Sondaggi USA, Presidenziali 2016: Clinton domina sul piano nazionale
Un consenso solido che va ben oltre il convention bounce. E’ quello registrato da Hillary Clinton – candidata alla Casa Bianca per il Partito Democratico, prima donna nella storia ad aver ottenuto la nomination alla presidenza per uno dei due maggiori partiti – stando ad un’analisi del trend di medio termine dei sondaggi elettorali condotti sul piano nazionale – e quindi non nei singoli Stati federati – dai vari istituti demoscopici statunitensi.
Gli esperti analisti hanno tenuto a sottolineare come l’effetto rimbalzo successivo alla consacrazione della Clinton alla convention dem di Philadelphia sia stato decisamente superiore rispetto a quello registrato pochi giorni prima da Donald Trump, che ha strappato la nomination repubblicana alla convention GOP di Cleveland. In realtà, il convention bounce sembra aver solamente ricollocato i rapporti di forza su un trend che va avanti ormai da mesi, salvo sporadiche eccezioni.
Stando ai sondaggi raccolti da Realclearpolitics (RCP) da inizio giugno – a primarie ormai sostanzialmente chiuse, con un quadro piuttosto chiaro su quale sarebbero stati i duellanti verso la Casa Bianca – ad oggi, l’ex first lady è risultata in vantaggio in ben 55 rilevazioni su 64, ovvero quasi 9 volte su 10. Appena 8 invece sono i sondaggi che hanno visto avanti Trump, di cui ben 5 nei giorni immediatamente successivi alla convention GOP, figli dunque del già citato (e preventivabile) effetto rimbalzo. Un dato che risulta ancor più evidente nella media aritmetica dei sondaggi calcolata da RCP – basata, volta per volta, sugli ultimi 10 sondaggi in ordine cronologico – che vede la Clinton quasi ininterrottamente avanti in tutto il 2016, se si escludono brevi periodi nella seconda metà di maggio e luglio.
Poco cambia analizzando i sondaggi che prendono in considerazione una corsa a 4, includendo anche avversari minori come Gary Johnson e Jill Stein, candidati rispettivamente per il Partito Libertariano ed il Green Party. Anche in questo caso, infatti, il trend sorride nettamente ad Hillary Clinton, che risulta davanti a tutti in ben 37 sondaggi su 41.
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La superiorità dell’ex first lady risulta ancora maggiore nell’analisi degli esperti di Fivethirtyeight (FTE), basata su una media ponderata dei sondaggi, sottoposta poi ad ulteriori aggiustamenti statistici (il cosiddetto polls-plus forecast). Secondo i calcoli di FTE, Trump è risultato davanti alla candidata dem in appena 5 degli ultimi 212 sondaggi analizzati – ovvero, appena il 2% delle rilevazioni effettuate (e successivamente “lavorate” da FTE) – risultando costantemente dietro alla Clinton nel trend delle medie ponderate.
Ma se i sondaggi sul piano nazionale non dicono tutti, in virtù del fatto che l’assegnazione dei Grandi Elettori è su scala locale – chi vince il singolo Stato federato ottiene tutti i suoi Grandi Elettori – essi rappresentano comunque una buona previsione del risultato finale. D’altronde, come la storia insegna, negli ultimi 124 anni un solo Presidente – George W. Bush, vincitore della discussa tornata elettorale del 2000, decisa a colpi di sentenze da parte della Corte Suprema – è stato eletto ottenendo meno voti degli avversari sul piano nazionale. E per Trump la strada verso la Casa Bianca sembra sempre più in salita.
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