Rifiuti Roma, i sindaci di Umbria e Lazio contro Raggi
A poco più di una settimana dalla scadenza del secondo ultimatum lanciato lo scorso 27 luglio dall’Assessore all’ambiente del Campidoglio, Paola Muraro, è scontro aperto tra il Sindaco di Roma Virginia Raggi e i Sindaci di alcune città di Lazio e Umbria. Oggetto del contendere è l’annuncio – dato dalla prima cittadina nel corso della giunta straordinaria del 10 agosto – di voler smaltire una parte dei rifiuti capitolini al di fuori della città.
Rifiuti, il “No” dei sindaci di Umbria e Lazio
Ad insorgere per prima contro le parole della sindaca Raggi (“Stante i contratti in essere, si chiede priorità di conferimento rispetto a terzi che già conferiscono verso impianti Acea già esistenti – San Vittore, Aprilia, Orvieto, Terni”) è stata la Presidente dem della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a cui ha fatto seguito anche l’altolà dei sindaci di Orvieto, Terni, San Vittore e Cassino. “Ma che siamo su Scherzi a parte?”, ha affermato Marini in un post pubblicato ieri sulla propria pagina facebook. “Attendo dichiarazioni dei 5 stelle umbri in merito ad Orvieto e Terni. Ovviamente spero che la notizia sia infondata altrimenti mi trovano, questa volta, ai posti di combattimento”. A stretto giro anche le dichiarazioni dell’Assessore all’ambiente della Regione Umbria, Fernanda Cecchini: “Il sindaco di Roma ha scelto un assessore all’Ambiente altamente competente, quindi farebbe bene se si facesse spiegare come funziona la gestione dei rifiuti, perché forse non è al corrente del fatto che i rifiuti urbani destinati ad operazioni di smaltimento, devono essere smaltiti nella regione in cui vengono prodotti e che inoltre, per utilizzare gli impianti, non basta esserne proprietari”. “Per utilizzare l’impianto di Orvieto – ha concluso Cecchini – occorrerebbe un’intesa tra la Regione Umbria e la Regione Lazio. In ogni caso, l’Umbria, sin da ora, dichiara la completa indisponibilità ad accogliere i rifiuti di Roma”. Immediata la replica di Muraro: “Non esiste nessun caso Umbria, non si deve preoccupare assolutamente”.
M5S: caso rifiuti creato ad arte contro la Raggi
A far discutere, tuttavia, è anche il “rischio sanitario” di cui si è detta preoccupato il Sindaco Raggi, dal momento che questo annuncio avviene nelle stesse ore in cui la deputata grillina Carla Ruocco, in sella al suo scooter e rigorosamente in diretta facebook, ha fatto un giro per le strade della Capitale per dimostrare che, in realtà, la città sia stata ripulita. Una diretta contro la “disinformazione” e i “media renzisti” per “sbugiardare facilmente i tromboni del sistema con una semplice mentions”. Un complotto, dunque, per screditare l’azione di Virginia Raggi e per arrecare un danno d’immagine alla giunta capitolina. Immediate le proteste degli utenti in rete che, con immagini e video, hanno fornito una versione differente rispetto a quella di Ruocco: ne è uscita fuori una Roma ancora invasa dai rifiuti e con un’emergenza sanitaria effettivamente rischiosa.
Rifiuti-Roma, l’assist di Asti a Raggi
Un assist inaspettato per la Raggi potrebbe però arrivare dal Sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo. “Trattare rifiuti che vengono da fuori ci frutta parecchio guadagno che potremo usare per ridurre le bollette della tassa rifiuti degli astigiani – ha affermato il primo cittadino piemontese – già lo scorso anno, grazie ai rifiuti di Genova e di altre località, Gaia (la municipalizzata che si occupa di smaltimento nell’astigiano, ndr) ha pagato tutti i vecchi debiti e ha prodotto ottocento mila euro di utili che sono stati distribuiti ai comuni”. “Ad Asti sono arrivati 300 mila che non abbiamo potuto usare per ridurre le bollette – ha continuato Brignolo – perché abbiamo dovuto usarli per pagare un vecchio debito lasciatoci in eredità dalle amministrazioni precedenti. Se non arriveranno altre tegole dal passato forse sarà la volta buona che riusciremo a calare un po’ la tassa, che quest’anno è scesa ma di importi millimetrici: circa lo 0,7% per le utenze domestiche e circa il 4,3% per commercianti artigiani e professionisti” ha concluso Brignolo.
Francesco Ferraro