Arrivano importanti premi economici per i collaboratori del premier al Dipartimento per la Programmazione e Coordinamento della Politica Economica. Questo per aver raggiunto gli obiettivi prefissati al 100%. Eppure, qualche giorno fa, l’Istat ha certificato una crescita pari allo zero per il nostro Paese, ed inoltre – dati della Banca d’Italia – il debito pubblico continua ad aumentare. Una frenata, stando ai dati pubblicati dall’Istituto di Statistica nazionale, che non ha riguardato i dirigenti di Palazzo Chigi, tutti promossi a pieni voti.
Dirigenti Palazzo Chigi, le cifre degli aumenti
Parliamo di cifre davvero molto importanti, come riporta ilfattoquotidiano.it. Ad esempio quelle di Alessandra Manzione, già comandante dei vigili a Firenze che a Roma è stata nominata a capo del dipartimento per gli affari giuridici e legislativi del governo. Basti pensare che nel 2015 la Manzione ha incassato ben 207 mila euro, uno stipendio superiore anche allo stesso Renzi. Questo è frutto dei 55 mila euro di stipendio tabellare, dei 36 mila euro di retribuzione di posizione, a cui si aggiunge una componente variabile di 80 mila euro e altri 34.600 euro di premio di risultato. Discorso analogo per il capo del dipartimento, Ferruccio Sepe. Tutti molto preparati i nostri dirigenti, tanto da guadagnare uno stipendio superiore anche ai dirigenti della Casa Bianca. Come ha scritto sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella, il braccio destro di Obama, ad esempio, ne percepisce 158 mila all’anno.
Dirigenti Palazzo Chigi, il caso Sblocca Italia
Il ilfattoquotidiano.it, per fare un solo esempio del lavoro svolto dai collaboratori del premier, parla dello Sblocca italia, decreto approvato dal Parlamento nel novembre di due anni fa. Ebbene, il premier nel 2014 aveva invitato i Sindaci d’Italia a segnalare i cantieri bloccati dalla burocrazia. All’appello risposero un bel po’ di amministratori, segnalando le opere da ultimare. A questo punto, il dipartimento per la programmazione e coordinamento della politica economica doveva anche rendere consultabili i risultati di questo intervento, costato circa 189 milioni di euro, prevedendo la nascita di una banca dati per monitorare le spese effettuate. Per controllare questi dati, si rimanda al sito “Cantieri in Comune” dove però nulla si dice: quanti cantieri sono stati chiusi nei tempi? Quanti invece devono ancora ultimare il loro intervento? Tutto questo sul sito non è presente. Un esempio che dimostra come la burocrazia nel nostro Paese, al di là dei premi riconosciuti ai dirigenti, ha ancora ampi margini di miglioramento.