Legge stabilità, l’incognita Quantitative easing
Legge stabilità, l’incognita Quantitative easing
Non ci sarà alcuna manovra da 30 miliardi. A smentire l’indiscrezione Ansa è stato ieri il ministero dell’Economia con una nota. Lo staff di Pier Carlo Padoan dovrà però modificare il Documento di economia e finanza (Def) alla luce dei recenti dati Istat sulla crescita del Pil italiano. Il governo italiano si dice ottimista che nel secondo semestre del 2016 il Pil possa tornare a crescere, spinto da turismo e occupazione. L’obiettivo minimo da raggiungere è una crescita appena sotto l’1%, ma le previsioni al ribasso di Confindustria, Ref, Ihs Markit e Morgan Stanley non lasciano ben sperare.
Secondo il Corriere della Sera, l’Italia potrebbe scampare la procedura di infrazione nel 2016 ma, se la situazione di stagnazione dovesse perdurare, la procedura potrebbe scattare nel 2017. E a salvarci non basterebbe nemmeno la tanto agognata flessibilità. Perchè a fare da ago della bilancia potrebbe essere il “fallimento del Quantitative easing” come ipotizzato dall’Analisi di Sensitività.
Lo scenario di riferimento e gli scenari alternativi descritti finora, si legge nel Def, partono dal presupposto che grazie al Qe, l’inflazione possa tornare velocemente verso il target del 2% nei prossimi anni. Ma lo stesso documento prende atto che così ancora non è, in particolare in Italia dove siamo in delazione. E quindi ben lontani dal tasso di aumento dei prezzi dell’1,3% nel 2017 che è invece alla base del Def. Di qui la necessità di simulare lo scenario di fallimento del Qe: si rischierebbe la recessione e un ulteriore aumento del debito.
Legge stabilità, la digital tax
Per questo il governo, secondo quanto riporta il Messaggero, sta pensando ad una “digital tax” che “potrebbe portare a incassi per l’Erario fino a 3 miliardi di euro l’anno. Una cifra non trascurabile. La norma verrebbe inserita nella manovra finanziaria”.