La Spagna tra scandali e referendum
L’abdicazione di re Juan Carlos di Borbone, nato a Roma da due “regnanti” in esilio nel 1938, nei confronti del figlio Felipe ha scosso la società iberica, non solo la politica e il mondo istituzionale. “Non volevo veder sfiorire mio figlio nell’attesa di essere incoronato come Carlo d’Inghilterra” ha detto Juan Carlos: Felipe ha 46 anni, è nel pieno della maturità, Carlo ne ha 66 e, la regina Elisabetta quasi novantenne, non sembra aver intenzione di abbandonare lo scettro nell’immediato.
Il premier Rajoy e il capo dell’opposizione socialista Perez Rubalcaba, erano stati informati già a Marzo, la decisione era stata presa dal re a Gennaio: nonostante i suoi 76 anni sembra, tuttavia, che la sua scelta non riguardi problemi di salute; è necessario aprire un nuovo corso, a maggior ragione dopo gli scandali che hanno colpito gli ambienti vicini al trono negli scorsi mesi (il genero è finito davanti ai giudici per una vicenda riguardante una distrazione di fondi).
Strada spianata dunque per la nuova generazione e per il principe ereditario, l’11 Giugno la costituzione spagnola verrà dotata di un articolo che tratti espressamente dell’abdicazione, al momento non contemplata nell’insieme delle leggi fondamentali, poi prenderà il nome di Felipe VI e verrà incoronato il 19 Giugno,
Juan Carlos, noto donnaiolo, adesso però dovrà fare i conti con un nuovo scandalo di cui in Spagna al momento si parla a bassa voce: un cameriere della provincia di Barcellona, dice di essere figlio del re e chiede l’effettuazione del test del DNA. Il problema è che Albert Solà, di 58 anni, potrebbe avanzare anche delle pretese sul trono, visto che tutti i figli di Juan Carlos sono più giovani. Per la Costituzione post-franchista del ’78 il re è “inviolabile”, dopo l’abdicazione, Juan Carlos, teoricamente, potrebbe non risultare più immune da indagini e accertamenti.
Nonostante i suoi “vizietti” Juan Carlos è sempre il re che ha portato la Spagna fuori dalla dittatura, che ha combattuto i tentativi di restaurarla, per questo è molto amato in Spagna, invece, la Monarchia di per sé è solo la sesta istituzione più amata dagli spagnoli: l’abdicazione del re, dopo 39 anni di regno, ha riportato allo scoperto la voglia di avere quella “repubblica” che la Spagna non ha mai conosciuto. Il 62% dei lettori de El Pais hanno espresso il desiderio di poter scegliere tramite referendum tra monarchia e repubblica, mentre solo il 34% sarebbe contrario alla consultazione. Osservando il dato da una prospettiva generazionale oltre il 74% dei giovani tra 18 e 34 anni sarebbe favorevole al voto.
Guglielmo Sano