Usa 2016, un elettore su due non è soddisfatto di Trump e Clinton
Donald Trump e Hillary Clinton saranno ricordati nella storia delle campagne elettorali statunitensi come due tra i candidati più impopolari all’interno dei rispettivi partiti. E un’altra rilevazione di Gallup conferma pienamente questa tendenza che ormai va avanti dalla scorsa primavera, quando ormai era chiaro a tutti quali sarebbero stati i rispettivi candidati alla Casa Bianca in vista dell’election day di novembre. Nemmeno un elettore repubblicano su due (46%) è soddisfatto della candidatura di Donald Trump, mentre tra i democratici Hillary Clinton è un po’ più amata dalla sua base ma senza raggiungere la soglia del 60% dei consensi (56%).
Gli umori all’interno dei due partiti però non sono paragonabili. Da una parte, il populismo, la xenofobia e il rifiuto totale per ogni dogma conservatore, ha portato più di un elettore repubblicano su due a desiderare che il candidato del proprio partito alla Casa Bianca fosse stato un altro. Dall’altra, se pur con tutte le difficoltà che Clinton ha riscontrato nell’attrarre il voto dei giovani, la Convention di Filadelfia sembra aver ricompattato un partito uscito profondamente lacerato dalle primarie che hanno fatto registrare il grande exploit del candidato “socialista” Bernie Sanders. Quattro elettori democratici su 10 preferirebbero un altro candidato alla Presidenza, percentuale piuttosto alta, ma molto inferiore rispetto a quella dei “dissidenti” repubblicani.
Usa 2016, il sostegno delle minoranze a Clinton
Tra i due partiti, a far registrare la maggiore differenza generazionale è sicuramente quello democratico. Solo il 38% degli elettori democrat tra i 18 e i 39 anni sono soddisfatti della nomination di Clinton, mentre la percentuale quasi raddoppia se facciamo riferimento all’elettorato over 40. E, di conseguenza, ben il 60% dei giovani democratici avrebbero voluto un altro candidato alla Casa Bianca. E chi? Bernie Sanders. Dal punto di vista etnico, quasi un bianco democratico su due è soddisfatto di Clinton mentre più di due terzi dell’elettorato ispanico o nero vorrebbe vederla nello Studio Ovale. Quest’ultimo dato conferma una tendenza che i sondaggi e i flussi elettorali hanno mostrato dal primo febbraio ad oggi: se l’ex Segretario di Stato dovesse diventare il primo presidente donna nella storia degli Stati Uniti, lo dovrebbe soprattutto al voto ¬– sempre più influente – delle minoranze etniche.
Molto meno marcata la differenza generazionale nell’elettorato repubblicano. A sostenere Trump sono il 39% dei giovani mentre un over 40 su due sostiene la candidatura del magnate newyorkese. Completamente ribaltato il rapporto tra elettori bianchi e minoranze etniche. E’ ormai noto come Trump vada molto forte tra gli elettori bianchi con un basso livello di istruzione. Allo stesso tempo il magnate immobiliare fa molta difficoltà ad attrarre l’elettorato ispanico o nero. E questo potrebbe costargli molto caro a novembre.