Il centrodestra è alla ricerca di un nuovo leader, ed in questo momento i due maggiori candidati sembrano essere Matteo Salvini e Stefano Parisi. Tra i due è iniziata una sorta di sfida a distanza: il segretario del Carroccio ha dato appuntamento per i giorni 16, 17 e 18 settembre in provincia di Bergamo, per il consueto raduno della Lega. Negli stessi giorni, Parisi ha annunciato la “Leopolda della destra moderata” a Milano.
Appuntamenti politici negli stessi giorni che sanno molto di una richiesta di scelta di campo: o da una parte o dall’altra. Due modelli di centrodestra distanti tra di loro: da un lato la Lega di lotta e protesta contro il governo e dall’altro la Milano moderata che guarda più al centro che alla destra, strizzando l’occhio al governatore della Lombardia Roberto Maroni.
Centrodestra: il duello tra Parisi e Salvini per la leadership
Intanto, il progetto Parisi, rischia di dividere Forza Italia, lo stesso Renato Brunetta in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Parisi è una persona seria. L’esperienza della sua candidatura a Sindaco di Milano è stata bellissima, ma il centrodestra non aspetta il Papa straniero”. Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, il leader resta sempre Silvio Berlusconi. Della stessa opinione è Paolo Romani, capogruppo in Senato di Forza Italia, secondo cui: “il tempo dell’uomo solo al comando è finito”.
Parere negativo alla futura leadership di Parisi anche da parte di Altero Matteoli, esponente della vecchia guardia del partito: “a me pare che finora tutte le dichiarazioni fatte da lui non abbiano consentito di ricompattare il centrodestra e di trovare una linea comune dentro Forza Italia”.
Chi invece dà credito all’operato di Parisi è Roberto Maroni, il governatore della regione Lombardia, ha fatto però sapere che non sarà presente alla sua convention poiché in quei giorni c’è lo storico appuntamento della Lega. Certo è, che anche all’interno della Lega, ci sono alcune divisioni, tra lo stesso Maroni e Salvini.
Ad esempio, Maroni al contrario di Salvini, guarda con grande interesse a possibili alleanze con i centristi, Angelino Alfano e Maurizio Lupi in primis. Ma i due hanno pensieri discordanti anche su altri fronti: basti pensare alle reazioni al discorso del Presidente della Repubblica Mattarella sulla vicenda degli immigrati. Da un lato Maroni lo ha definito “condivisibile” e dall’altro Salvini ha attaccato duramente il Capo dello Stato accusandolo di essere “complice degli scafisti”.
La discriminante per le future alleanze nel centrodestra sembra essere il voto al referendum costituzionale, come ha confermato in un’intervista a La Stampa Paolo Romani: “non ha senso intraprendere questo percorso con chi vota Si alla riforma e da fiducia al governo Renzi”.