Si sono fatti fotografare sorridenti, mentre si godono un po’ di relax su una barchetta. Sono in quattro: Angela Merkel, David Cameron e i due primi ministri di Olanda e Svezia, Mark Rutte e Fredrik Reinfeldt, che da bravo padrone di casa si è messo ai remi. Sorridono ma c’è un dettaglio non da poco che li divide: la scelta dell’uomo da lanciare alla Commissione europea. Perché Juncker, sostenuto da Merkel, non piace agli altri tre.
I quattro leader conservatori europei si sono incontrati ad Harpsund, in Svezia, a due passi da Stoccolma. Un vertice dove, come ha sottolineato la BBC, ufficialmente in agenda non c’era il nodo della scelta del presidente della Commissione europea. Ma l’argomento è stato certamente affrontato. Pochi i dettagli emersi dall’incontro: probabile che sia stata ribadita l’importanza di concentrarsi sulla competitività dell’Ue, sulle riforme strutturali e sulla creazione di posti di lavoro.
Prima di partire per la Svezia, Cameron aveva chiamato a raccolta tutti i principali partiti politici inglesi, chiedendo il loro supporto per bloccare la marcia di Juncker verso la poltrona di presidente della Commissione europea. “Juncker non ha legittimazione in Gran Bretagna” ha tuonato Cameron al termine del mini-summit in Svezia. Secondo la Reuters, nelle scorse ore il primo ministro inglese avrebbe sentito telefonicamente anche Matteo Renzi e il premier ungherese Viktor Orban. Per Cameron devono essere i leader europei e non il Parlamento di Bruxelles a decidere il presidente della Commissione. Posizione condivisa anche dallo svedese Reinfeldt.
Gran Bretagna, Svezia e Olanda costituiscono il fronte contrario al lussemburghese. Il candidato del Partito Popolare Europeo è sostenuto da Angela Merkel, che dalla Svezia ha dichiarato: “Juncker è il mio candidato, è lui che vorrei alla testa della Commissione”. Ma in Germania si scrive che la cancelliera sarebbe disposta a discutere alternative per superare lo stallo degli ultimi giorni.
Intanto secondo Repubblica sarebbe spuntato un nuovo nome nella rosa dei possibili candidati: quello di Pascal Lamy, francese, classe 1947, ex direttore dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e per una decina d’anni capo di Gabinetto di Jacques Delors negli anni in cui quest’ultimo fu Presidente della Commissione europea a cavallo tra anni ’80 e ’90. Scrive Repubblica che i leader europei avrebbero cominciato a discutere il nome di Lamy già da qualche giorno: un’ipotesi rimasta segretissima e che potrebbe servire a scavalcare gli ostacoli creatisi intorno alla candidatura di Juncker.