Terremoto, al via le inchieste sui crolli
Certificazioni antisismiche, finanziamenti e adeguamenti strutturali: sono partite le inchieste sui crolli che hanno colpito il centro Italia dopo il terremoto dello scorso 24 agosto. Nella provincia di Rieti è arrivata una consistente quantità di denaro, dopo i terremoti dell’Umbria del 1997 e dell’Aquila del 2009, 84 milioni di euro destinati alla ricostruzione e alla messa in sicurezza degli edifici. Parte di quei non è stato ancora speso, o è stato speso male, o, ancora, non è stato utilizzato per l’adeguamento sismico degli edifici.
Tra i documenti riservati ci sarebbe un dossier che dimostra le irregolarità compiute nella ristrutturazione degli edifici pubblici di Amatrice e Accumoli dopo il sisma che ha colpito l’Umbria nel 1997, la relazione dell’ente attuatore su 21 appalti assegnati per la messa in sicurezza degli edifici.
Il dossier elenca i fondi stanziati ( 2 milioni e 300 mila euro), gli interventi effettuati e i progettisti e le ditte incaricate. Il documento indica inoltre i collaudi per la convalida per la convalida dei lavori. Poiché tutti gli edifici, pubblici e privati, sono stati distrutti o gravemente lesionati, il sospetto della magistratura di Ascoli è che alcune certificazioni potrebbero essere false. L’attività dei pubblici ministeri si sta muovendo su due binari: gli edifici pubblici e le abitazioni private.
Nel caso dei privati l’attenzione sugli ‘ancoraggi’. Nei giorni successivi al sisma sono arrivate numerose segnalazioni di persone che hanno comprato immobili con certificazioni sulla messa in sicurezza sul rischio sismico. Tra i casi più eclatanti degli edifici pubblici c’è invece quello della Torre Civica di Accumoli, per la quale vengono stanziati inizialmente 100 mila euro, poi ridotti a 90 mila. Per la Torre vengono effettuati due collaudi: uno l’11 ottobre del 2012, il secondo il 28 maggio 2013, nei quali non vengono evidenziati problemi e la verifica concede il via libera. Una settimana fa, l’edificio viene gravemente lesionato.
Terremoto, il caso della ‘Capranica’ di Amatrice
Se da una parte la procura di Ascoli si sta concentrando sulle certificazioni antisismiche rilasciate a numerosi edifici crollati, i magistrati di Rieti si stanno concentrando sui quasi tre milioni di euro di finanziamenti arrivati ai comuni di Accumoli e Amatrice dopo il sisma del 1997. A questi si deve aggiungere il finanziamento che la Regione Lazio elargì al comune di Amatrice per il miglioramento della sicurezza della scuola ‘Romolo Capranica’ e di altre strutture del territorio. Il comune di Amatrice fu escluso dai finanziamenti per il sisma del 2009, ma ottenne un finanziamento ad hoc dalla Regione Lazio (5 milioni di euro) per una serie di lavori da svolgere sia nel palazzo comunale che nella scuola alberghiera. Per la Capranica ci fu un accordo in base al quale il commissario Fabio Melilli (Pd) rese ente attuatore il comune stesso per una cifra di 170 mila euro. Soldi che si aggiunsero ai circa 500 mila che lo stesso sindaco Sergio Pirozzi aveva ottenuto dalla Regione e che il comune appaltò autonomamente per i lavori.
Alla base ci sarebbe il grande equivoco della ricostruzione post-sisma. La confusione tra ‘miglioramento sismico’, ovvero piccoli interventi che non modificano la stabilità degli immobili e ‘adeguamento’, molto più costoso. Quasi tutto ciò che è stato fatto coi fondi dei terremoti, è miglioramento: tra gli esempi i 200mila euro investiti nella scuola Capranica di Amatrice, in parte crollata, 400mila del Teatro all’inizio del corso principale di Amatrice, distrutto.