Ricostruzione: e se pagassero le assicurazioni?
Ricostruzione: e se pagassero le assicurazioni?
Che sia “volontaria” come in Germania, Regno Unito e Belgio, o “semi-obbligatoria” (Francia e Spagna), in tutta Europa, Italia esclusa, a farsi carico dei costi delle ricostruzione delle abitazioni colpite da una calamità naturale sono le assicurazioni. Lo Stato si limita a regolarne le tariffe con sgravi fiscali e sovvenzioni, per il resto, il cittadino paga e la polizza lo copre. Berlusconi aveva fatto un tentativo di “innesto” nel 2005 e nel 2007, entrambe le volte senza successo, nel 2012, Monti via decreto stava per introdurre l’assicurazione “volontaria”, lo Stato non avrebbe più tirato fuori un euro. Quattro giorni dopo il sisma emiliano fece sfumare tutto.
Ricostruzione: e se pagassero le assicurazioni?
“Capisco bene che la politica si sia sempre trovata in difficoltà davanti a questa scelta. Comunque la si metta, un’assicurazione appare come una tassa in più. Ed è una questione che tocca tutti. Solo in Italia ci sono 30 milioni di proprietari di casa. Per non dire di chi, penso ai M5S ma non solo, traduce ogni forma di sovvenzione o di sgravio fiscale in un aiuto indiretto ai grandi gruppi finanziari e vede rosso”, ha dichiarato Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia.
Il governo Renzi vuole riportare allo scoperto la questione e punterà presumibilmente sugli sgravi fiscali. Il maggiore ostacolo sarà quello dei costi, senza considerare che in Italia ci sono 10 milioni di “incapienti”, cittadini con un reddito talmente basso da non dover dichiarare al fisco e, quindi, comprensibilmente poco interessati alle detrazioni. Detto ciò, secondo le stime del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, si potrebbe ragionevolmente parlare di 100 euro di premio ogni 100mila euro di valore assicurato.