Usa, crolla la fiducia degli americani nei media
Nell’anno delle elezioni più stravaganti della storia recente Usa, oltre al basso apprezzamento nei confronti dei due candidati alla Presidenza, crolla anche la credibilità degli americani nei confronti dei media. Secondo un sondaggio dell’Istituto demoscopico Gallup, realizzato tra il 7 e l’11 settembre, infatti, il 2016 è stato l’anno in cui è stato toccato il punto più basso nel tasso di fiducia degli americani nei confronti dei media. Rispetto al 2015, inoltre, si è assistito ad un crollo dell’8% (dal 40 al 32%), il doppio rispetto al -4% registrato tra il 2013 e il 2015.
I media e gli anni del Watergate
Gallup ha iniziato questo genere di rilevazioni statistiche a partire dal 1972, ma annualmente solo dal 1997. Se prendiamo in considerazione gli ultimi 29 anni, quindi, nel 2016 si assiste al punto più basso di fiducia e credibilità nei confronti dei media della storia recente americana. Se possiamo rilevare una certa stabilità della fiducia nei confronti dei mezzi d’informazione a cavallo del XXI secolo, a partire dal 2003 si assiste ad un crollo “lento” e “costante” fino ai giorni nostri. L’Istituto demoscopico mette anche in evidenza come negli anni ’70, la fiducia nei confronti dei grandi media fosse molto più alta rispetto a quella registrata venti anni dopo. E questo perché i Settanta furono gli anni dei Pentagon Papers pubblicati dal New York Times nel 1971, che fecero luce sulla gestione della guerra in Vietnam da parte dei diversi Presidenti. Ma, soprattutto, furono gli anni della grande inchiesta sul Watergate portata avanti da due cronisti del Washington Post – Bob Woodward e Carl Bernstein – che si concluse con le dimissioni del Presidente Richard Nixon nell’agosto 1974.
La diffidenza dei repubblicani nei media mainstream
Se ci soffermiamo sulla differenza di opinioni nell’elettorato americano, notiamo come i repubblicani abbiano da sempre avuto una diffidenza maggiore nei media rispetto a quella dei democratici e degli indipendenti sebbene intorno al 2000 il tasso di fiducia nei confronti dei media fosse più o meno lo stesso (53-47%). E se, nell’ultimo anno, il calo è stato abbastanza contenuto per quanto riguarda gli elettori democratici e indipendenti, lo stesso non si può dire per i conservatori la cui fiducia nei mezzi d’informazione è crollata dal 32 al 14% (-18%). Questa caduta si spiega soprattutto con i pregiudizi che gli elettori del Gop hanno maturato nei confronti di molti media (non tutti, ovviamente) rispetto alla copertura data alla campagna elettorale: i giornali, le televisioni e le radio infatti sono accusate dai repubblicani di concentrarsi solamente sulle sparate del proprio candidato Donald Trump rispetto alle presunte o reali “magagne” commesse da Hillary Clinton durante il suo mandato da Segretario di Stato, First Lady o senatrice dello Stato di New York. La stessa accusa, ovviamente, può essere ribaltata. Soprattutto se consideriamo l’immensa copertura mediatica (non a pagamento) di cui Donald Trump ha potuto godere da almeno un anno a questa parte
Inoltre, la differenza viene rilevata anche relativamente alle diverse fasce di età. Se in valore assoluto la fiducia nei media degli americani over 50 rimane superiore a quella degli adulti compresi tra 18 e 49 anni, è vero che il calo nell’ultimo anno dei primi (-13%) è stato maggiore rispetto a quello dei secondi (-10%). Dall’inizio degli anni Duemila, comunque, solo in 3 anni la fiducia dei giovani in un’informazione “completa, accurata ed equa” ha superato quella degli over 50: nel 2001, 2005 e 2009. Il 2016 è stato anche l’anno in cui per la prima volta la credibilità nei media degli “adulti” americani è scesa sotto il 40% e sotto il 30% per quanto riguarda i più giovani.
La conclusione di Gallup però non è del tutto negativa. Se “l’esplosione dei social media e dei blog” ha fatto pensare a “più bassi standard di giornalismo”, è pur vero che se questi nuovi mass media “matureranno” si potrà tornare a livelli positivi di fiducia nei confronti dei mezzi d’informazione.
@salvini_giacomo