Il momento per la Lega Nord di Matteo Salvini, non è dei migliori. Le comunali di giugno scorso non sono andate bene: il Carroccio a Milano è stato sonoramente doppiato da Forza Italia, ha raccolto il 2,7% a Roma con la lista “Noi con Salvini” e solo il 5% a Torino. I soli buoni risultati (nelle grandi città) sono stati quelli di Trieste e Bologna mentre è stata dura da digerire la sconfitta nella storica roccaforte Varese, passata al Partito Democratico. Nonostante questo, il segretario della Lega Salvini aveva definito “incredibile” il risultato del Carroccio perché “dove c’è la Lega il centrodestra può vincere”. Le ultime rilevazioni di Demos per Repubblica sembrano proprio dimostrare il contrario.
Secondo l’istituto demoscopico diretto da Ilvo Diamanti, negli ultimi sei mesi il crollo della Lega sarebbe stato costante, passando dal 14,1% di inizio anno (punto più alto toccato dal 2014) al 10,2% di oggi. Secondo Demos, così, il Carroccio ad oggi non sarebbe più il terzo partito italiano secondo le intenzioni di voto ma il quarto, sorpassato negli ultimi due mesi da Forza Italia che nel frattempo sta cercando un nuovo leader sulla spinta di Stefano Parisi. Inoltre, se allarghiamo il quadro alle altre forze politiche, notiamo come solo un listone unico di centrodestra potrebbe insidiare il Movimento 5 Stelle o il Partito Democratico per l’accesso ad un eventuale ballottaggio. Ma, si sa, in politica due più due non fa sempre quattro e, soprattutto, una coalizione che metta insieme Alfano e Salvini, Calderoli e Cicchitto, Meloni e Casini, sembra piuttosto difficile da mettere in piedi.
Sondaggio Demos, la Lega spacca in due il paese
Tornando alla Lega, l’impressione è quella di un partito che non riesce a squarciare il muro del 15-16% a livello nazionale a causa di percentuali basse al Sud Italia. La media dei sondaggi di Demos da inizio anno fotografano un partito che spacca completamente in due la Penisola: raccoglie consensi altissimi (con punte del 25% nel Nord Est) nell’Italia settentrionale mentre non riesce a sfondare nel Sud in cui si registrano percentuali che rendono quantomeno ostica la vittoria alle elezioni politiche.
Dall’altra parte, il 2017 sarà un anno decisivo per il futuro prossimo della Lega di Matteo Salvini, che dalla sua elezione a segretario si è accodato ai movimenti euro-scettici germogliati in tutta Europa. Il prossimo, sarà l’anno delle elezioni in Germania e delle presidenziali francesi e sarà quella la prova decisiva per capire se una Lega lepenista e non più secessionista à la Bossi potrà avere qualche concreta ambizione di governo.
@salvini_giacomo