Casaleggio e Grillo avevano chiuso i rapporti?
Il rapporto tra Casaleggio e Grillo analizzato da un libro-inchiesta dell’ex capo della comunicazione del M5S Nicola Biondo
Il primo capitolo del “testo rivelazione” circa gli ultimi rapporti tra Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio è già disponibile in Rete grazie ad una piattaforma di crowdfunding chiamata Produzioni dal Basso. Il libro-inchiesta, il cui titolo è Supernova, scritto da Nicola Biondo ex capo della comunicazione del M5S alla Camera e da Marco Canestrari, sviluppatore informatico dal 2007 al 2010 al servizio della Casaleggio Associati quale curatore dei contenuti editoriali, propone una disamina del Movimento e dei suoi rapporti politici nonché di forza ed equilibrio, caratterizzata dalle ultime presunte deteriorate relazioni intercorse fra il comico genovese e l’ideologo milanese.
Storia di una telefonata: quando Casaleggio prese le distanze da Grillo
Il quotidiano La Stampa riporta alcuni stralci dell’indagine condotta da Biondo e Canestrari con uno specifico riferimento temporale e di contesto. Milano, aprile 2016, Casaleggio è al telefono con Grillo e i toni sono tutt’altro che amichevoli: “Vaffanculo! Non ti voglio più sentire”. Questo lo sfogo del guru che pochi giorni più tardi si spegnerà a causa di un ictus. Non si sarebbe trattato di un semplice alterco contingente, bensì dell’apice di uno scontro di vedute, implicante il codice morale del Movimento 5 Stelle, nettamente opposte. Che il Movimento delle origini, quello dei MeetUp e della concentrazione critica delle masse, abbia nel tempo subito una metamorfosi organizzativa è sotto gli occhi d tutti. Meno scontata è invece la paventata scissione interna tra i due elementi aggreganti che Biondo e Canestrari, non proprio due penne scevre da parzialità di giudizio visti i loro trascorsi all’interno della “galassia M5S”, promettono di palesare al cittadino in tutta la sua macroscopica dimensione.
Casaleggio e Grillo: l’intreccio e gli attriti di una fabula non più condivisa
Il sistema nervoso del Movimento 5 Stelle cambia con l’introduzione della piattaforma Rousseau, del software di gestione degli iscritti e con la nascita del Direttorio di comando capitolino. All’interno dell’analisi in corso di pubblicazione leggiamo di un Grillo particolarmente irritato dalla mutazione genetica di un “Movimento contrario alla casta, divenuto troppo simile alla casta”. “Mi girano le scatole”, avrebbe confidato il comico genovese ai suoi più vicini sodali, nostalgico di un sistema più affine alle piazze ideali degli albori. Secondo le rivelazioni di Biondo e Canestrari, l’architettura pensata da Casaleggio invece è ormai totalmente diversa, resiliente da un lato alla dimensione politica del potere e dall’altro al bisogno di tutelare i propri interessi aziendali. La prova di tutto questo sarebbe la migrazione cruciale del dominio Web da beppegrillo.it a ilblogdellestelle.it.
Il potere romano: il Movimento 5 Stelle e Casaleggio Jr
Seguendo l’arco cronologico degli approfondimenti proposti dal libro, dopo la morte di Gianroberto Casaleggio e la successiva ribalta del figlio Davide, il M5S destituisce del tutto la “ragion di Stato dell’uno che vale uno” in favore di un consiglio dei pochi: il Direttorio di Roma. Nelle gerarchie organizzative e decisionali i “ragazzini cattivi” della capitale contano sempre di più e durante l’ultimo raduno di Imola Grillo, con gli amici, è netto: “Non credo sia questo che la nostra gente vuole, io non mi riconosco in questa roba”. Il dissidio che nell’inchiesta di Biondo e Canestrari oppone il fondatore del Movimento a Casaleggio padre, alla morte di quest’ultimo, continua a trarre nuova linfa dalle distanze createsi tra il comico ligure e il figlio dell’ideologo, Davide. Sull’asse Genova-Milano si dipanano le matasse del contendere: la proprietà intellettuale del simbolo del Movimento e la sua conseguente gestione politica. Grillo diserta la mediazione offerta dal Direttorio il quale in seguito si reca alla volta del capoluogo meneghino per discutere una strategia d’azione con Davide Casaleggio. Ne viene fuori una comunicazione su Facebook circa un imminente voto da sottoporre agli iscritti in merito alla nascita di “un nuovo statuto”, poi tutto cade nel vuoto e l’affaire si sgonfia.
Riccardo Piazza