Elezioni Russia: ora Putin aspetta il 2018
Nessun problema per Russia Unita che stravince le elezioni per la settima Duma, la Camera Bassa del parlamento russo. Il partito da sempre vive della “luce riflessa” dal suo fondatore, infatti, il risultato schiacciante di ieri non può che essere collegato alle altissime percentuali di fiducia che continuano a essere incassate da Vladimir Putin: il Presidente russo è apprezzato dall’80% dei cittadini della Federazione, secondo diverse rilevazioni d’opinione. Strada ancor più spianata verso la sua riconferma al Cremlino dopo il voto parlamentare, l’appuntamento con le presidenziali è fissato al 2018: se Putin vincesse, teoricamente, potrebbe mantenere il timone del paese fino al 2024. Neanche Leonid Breznev, il più longevo segretario del PCUS, ha governato così a lungo.
Elezioni Russia: ora Putin aspetta il 2018
Il partito nato 16 anni fa per sostenere Putin che, all’epoca primo ministro, era già stato indicato come suo successore da Boris Eltsin, superando il 54% dei voti, ha conquistato tre quarti circa dei seggi disponibili (95% dei voti scrutinati), oltre 340 seggi su 450. All’ultima tornata, nel 2011, Russia Unita aveva raggiunto quota 238 seggi.
Il Partito Comunista della Federazione Russa occuperà 42 seggi (nel 2011 ne aveva presi 92) in virtù del 13,5% raccolto. Alla Duma si confermano anche i populisti di destra del Partito Liberal-Democratico di Russia, grazie al 13,2% delle preferenze accordategli (41 seggi, 56 nel 2011), e i socialdemocratici di Russia Giusta che hanno superato i poco il 6% (21 seggi, 64 nel 2011).
Nessun altro partito, erano quattordici in tutto, ha superato la soglia di sbarramento posta al 5%: le forze che hanno fatto il loro ingresso in parlamento (tutte riconfermate dalla scorsa legislatura), si allineano spesso sulle posizioni di Russia Unita o, comunque, tendono a evitare qualsivoglia scontro diretto con il partito presidenziale.
Da sottolineare, inoltre, un importante calo dell’affluenza (111,2 milioni di elettori, 2 milioni all’estero). Alle urne si è recato il 47% degli aventi diritto: una percentuale non bassissima ma comunque molto inferiore rispetto a quella rilevata 5 anni fa, quando a votare fu il 60,2% degli elettori.