Lo stato di Israele ha un nuovo Presidente, il decimo: si chiama Reuven Rivlin, ex presidente della Camera e membro del Likud, il partito del premier Bemjamin Nethanyahu, ha battuto Meir Sheetrit, ex ministro del partito centrista HaTnuah, Dalia Itzik, che nel 2006 fu eletta prima donna portavoce del parlamento, Dalia Dorner, giudice in pensione della Corte suprema, e il premio Nobel per la chimica Dan Shechtman.
Il Knesset, al momento del ballottaggio tra Rivlin e Sheetrit, si è praticamente spaccato a metà: hanno votato 119 deputati, tre schede bianche, 53 voti a Sheetrit, 63 a Rivlin che quindi succederà al novantunenne Shimon Peres – Rivlin si era già candidato nel 2007 quando a spuntarla fu proprio lo storico presidente “progressista” – il cui mandato settennale scadrà il 27 Luglio.
Il premier Nethanyahu ha salutato la vittoria di Rivlin con soddisfazione, tuttavia, avrebbe tentato fino all’ultimo di impedirne l’elezione. Tra i due non sono mancate le aspre tensioni in passato: a pesare sarebbero dissapori di carattere personale legate ai differenti “stili” – riferiscono i media israeliani – poiché Rivlin è un uomo dai forti principi ostile ai contorsionismi politici dell’attuale premier.
Rivlin, nato a Gerusalemme 74 anni fa, è stato eletto per la prima volta come deputato della Camera unica israeliana, nelle fila del maggiore partito di centro-destra del paese, nel 1988. Fu ministro delle Comunicazioni (l’ex ministero delle Poste) dal 2001 al 2003, quando fu nominato presidente del Knesset, carica ricoperta fino al 2006 e poi dal 2009 al 2013.
Da tutti è considerato una colonna dei conservatori, un “falco” molto vicino ai “coloni” che apprezzano la sua inflessibilità su insediamenti e confini, contrario all’ipotesi della costituzione di uno Stato palestinese, anche se ha sempre dichiarato “rispetterò le decisioni che prenderanno i leader eletti dal popolo”, preferisce avere “i palestinesi nostri cittadini piuttosto che Israele e Cisgiordania divise”.
Col tempo si è guadagnato anche il rispetto dei settori avversi e della minoranza araba attraverso una gestione equanime e legalitaria del Parlamento di Israele.
Nel 2009 ha riunito duemila Rivlin presenti nel mondo, certificandone la parentela in maniera da concorrere al Guinness dei primati come “tribù più grande del mondo”: ricostruendo 450 anni di storia familiare sono emersi i legami con la minoranza araboisraeliana, che Rivlin ricorda spesso nelle sue uscite pubbliche.
Durante una visita di Benedetto XVI non mancò di “rimproverare” la guida della cristianità per il suo arruolamento volontario nella gioventù nazista.
È un tifoso sfegatato del Beit-Har, la squadra di Gerusalemme che sogna di veder giocare con quella di Damasco, nella convinzione che “solo allora vi sarà la vera pace”.
Guglielmo Sano