Le gaffe di Sibilia (M5S): il problema vero sono gli strafalcioni
Le ultime dichiarazioni sulla sovranità monetaria di Carlo Sibilia – deputato M5S – hanno agitato il web nelle ultime ore, tra polemiche ed ilarità riguardo alla sua spiegazione del concetto di crisi monetaria. Ma al di là della validità o meno del concetto economico di fondo espresso – quella della necessità di tornare a stampare moneta è una teoria avanzata da molti critici dell’attuale Unione Europea – quella di Sibilia non sembra certo la gaffe peggiore degli ultimi giorni.
Nel commentare (sempre tramite Facebook) il dibattito tra il premier Matteo Renzi e Carlo Smuraglia – presidente dell’ANPI, l’associazione nazionale dei partigiani – il deputato del M5S si lascia andare a considerazioni – trascritte anche sul suo sito ufficiale – in un italiano quantomeno maccheronico, come si può notare nello screenshot qui sotto, effettuato dalla pagina Facebook satirica “Abolizione del suffragio universale”.
Le gaffe di Sibilia, tra strafalcioni e ruoli istituzionali
Il punto qui però non è ergersi a “bacchettoni” e rischiare di fare la figura dei “professorini” dinanzi al primo strafalcione, bensì – come sottolineato anche dalla stessa pagina satirica – riflettere sul ruolo istituzionale svolto dallo stesso Sibilia. E’ lecito aspettarsi qualcosa di meglio da lui? Certamente: il parlamentare pentastellato è infatti anche il Responsabile Scuola e Università del Movimento 5 Stelle. E il suo giudizio ovviamente non passa inosservato, suscitando commenti corrosivi (tra chi gli consiglia un ripasso di grammatica e chi addirittura ne paragona le proprietà di linguaggio a quelle del senatore forzista Antonio Razzi, noto per un utilizzo quantomeno ballerino della lingua italiana).
D’altronde Sibilia – al di là delle polemiche su scie chimiche, attentato di Ottawa e sbarco sulla Luna dell’Apollo 11, che lo hanno visto protagonista a più riprese – non è nuovo a “scivoloni didattici”. Un anno fa, attribuì a Quarto la sede dello sbarco dei Mille, momento chiave del Risorgimento italiano. Peccato che quello fosse il porto da cui le truppe garibaldine salparono: l’approdo fu Marsala, in Sicilia…
@GiuliaDiVita vai Rosaaaaaaaa! Viva Quarto! Da quello in Liguria sbarcarono i mille 😉 Sarà profetico?
— carlo sibilia (@carlosibilia) 14 giugno 2015