Rifugiati: la Svezia chiede provvedimenti per chi non accoglie
Rifugiati: la Svezia chiede provvedimenti per chi non accoglie
Il paese che ha accolto il maggior numero di rifugiati nell’anno appena trascorso adesso chiede all’Ue di punire gli stati che non fanno la propria parte. La Svezia ha introdotto dei controlli di sicurezza alle frontiere solo a gennaio, avevano fatto ingresso nel paese circa 163mila persone, provenienti in particolare da Siria e Iraq. Guardando alla popolazione, Stoccolma ha accolto tre volte il numero di rifugiati della Germania, che ha 8 volte i suoi abitanti.
Rifugiati: la Svezia chiede provvedimenti per chi non accoglie
“L’Ue può accogliere molti più rifugiati di quanti ne ha effettivamente accolto, ma è impossibile farlo se solo alcuni stati lo permettono” ha recentemente dichiarato a Bloomberg il ministro svedese per gli Affari Europei Ann Linde.
I membri dell’Ue non hanno ancora raggiunto un’intesa sui meccanismi di distribuzione di coloro che toccano il suolo continentale: a cominciare dai circa 160mila rifugiati presenti in Italia e Grecia lo scorso anno, di cui solo 5mila sono stati effettivamente trasferiti. Le regole comunitarie impongono che la richiesta d’asilo venga effettuata nel paese d’arrivo, meccanismo che permette a paesi come Ungheria e Slovacchia di opporsi a un’effettiva distribuzione.
“Bisogna che i paesi attuino le proprie decisioni”, così la Linde commenta il quasi naufragio del sistema delle quote proposto da Bruxelles a maggio: le negoziazioni al riguardo potrebbero continuare per un altro anno, se non di più, tra lo scetticismo, per così dire, dei paesi orientali. “Ci dovrebbe essere qualche tipo di reazione – continua la Linde – contro coloro che fanno un accordo per poi non attuarlo”. Multe, sanzioni? “Dovrebbe essere promossa una discussione in merito” risponde a tal proposito il ministro svedese.