Ormai il decreto sul bonus Irpef sembra essersi trasformato in una maledizione per il governo. Renzi e i suoi hanno puntato tutto sui famosi 80 euro in busta paga come una misura “strutturale e non ‘una tantum’”. Ci ha “messo la faccia”, il premier. Contro burocrati, alti magistrati, sindacati. Eppure non sembra essere bastato perché ancora una volta, quest’oggi, i tecnici della Camera (a maggio si erano frapposti quelli del Senato) hanno richiesto dei chiarimenti al governo sulla questione della dichiarazione dei redditi e delle coperture. Il dossier è passato nelle mani della Commissione Bilancio di Montecitorio che ora dovrà analizzare e sigillare le crepe del decreto. Gli emendamenti potranno essere presentati entro domani alle ore 12 e il dl dovrà essere approvato inderogabilmente entro il 23 giugno.
Si parte dalla dichiarazione dei redditi: i destinatari del bonus sono stati calcolati in base ai redditi del 2011 “ma nel frattempo la platea dei soggetti interessati potrebbe aver subito un cambiamento significativo sia dal punto numerico sia, per altro verso, dal punto di vista del reddito di riferimento realizzato da ciascun soggetto” fanno notare i tecnici della Camera. I destinatari potrebbero essere cambiati rispetto a tre anni fa: infatti “se da un lato potrebbero risultare incrementati i soggetti cosiddetti incapienti o senza reddito di lavoro dipendente (riducendo quindi il numero dei beneficiari), dall’altro lato potrebbero rientrare nel beneficio soggetti che nel 2014 realizzano redditi inferiori rispetto a quelli del 2011”.
Ancora una volta, poi, resta da sciogliere il nodo coperture. Per quanto riguarda i tagli ai comuni, sottolinea il rapporto, “andrebbero valutati i profili inerenti la sostenibilità per il comparto comunale del taglio addizionale dei trasferimenti e il rischio che tale riduzione possa incidere sulle risorse necessarie a garantire lo svolgimento delle funzioni fondamentali” dei comuni stessi. I dubbi riguardano anche il gettito Irap: “In base alle informazioni disponibili – affermano i tecnici – si rileva che la riduzione del gettito in termini di competenza (stimato in 2.059 milioni annui) corrisponde ad una quota inferiore al 10% (misura della riduzione introdotta dal dl in esame) del gettito Irap settore privato realizzato nel 2013 (24.813 milioni). Sul punto appare opportuno acquisire dei chiarimenti in merito alle motivazioni sottostanti tale differenza”. E non finisce qui. I dubbi continuano tanto che nuovi “chiarimenti” sono richiesti sul fronte delle quote di Bankitalia “con particolare riferimento alla definizione dell’importo complessivo, pari a 6,9 miliardi, su cui si applica l’imposta sostitutiva, tenuto conto della significatività del gettito atteso dalla misura”, sui debiti della Pubblica Amministrazione e infine sui tagli alle partecipate che, sempre secondo il dossier, “presentano alcune criticità che potrebbero incidere sull’effettivo conseguimento dei risparmi attesi”.
Giacomo Salvini