Legge elettorale: ecco in cosa consiste la nuova proposta del M5S
Il M5S ribadisce il no all’Italicum e rilancia la propria proposta di legge elettorale. Con una mozione firmata dai parlamentari Dieni, Cecconi, Cozzolino, Dadone, D’Ambrosio, Nuti e Toninelli, martedì 20 settembre il M5S ha presentato alla Camera il proprio progetto per sostituire definitivamente il Porcellum – bocciato dalla Corte Costituzionale – e stoppare l’Italicum, la legge voluta dal governo Renzi ed in attesa della pronuncia da parte della Consulta. Ma quali sono i punti chiave della proposta pentastellata?
Legge elettorale: i punti chiave della proposta del M5S
Innanzitutto la rappresentatività, che – secondo il M5S – non va sacrificata sull’altare della governabilità. Tradotto: no al premio di maggioranza – e, consequenzialmente sebbene non esplicitato, anche al ballottaggio – ritenuto antidemocratico, poiché imposto dall’alto e volto a sradicare il rapporto con gli elettori, subordinando l’elezione del Parlamento alla scelta del nuovo Governo. In sostanza, un no secco a qualsiasi possibilità di emendare l’Italicum, il cui “core” è rappresentato proprio da ballottaggio e premio di maggioranza.
La soluzione, secondo il M5S, è un proporzionale senza premio di maggioranza, con circoscrizioni medio-piccole e la possibilità di esprimere preferenze. Un mix che, secondo i pentastellati, sottrae l’elezioni alle “manipolazioni” sul piano nazionale e produrrebbe una maggioranza parlamentare realmente rappresentativa, assicurando così governabilità mediante un più stretto vincolo tra eletto ed elettore. Inoltre, così strutturata la legge permetterebbe – secondo la mozione – di incentivare il dialogo tra formazioni politiche minori e l’aggregazione in soggetti di dimensioni maggiori, evitando la dispersione di voti e seggi sul piano nazionale e disincentivando così la frammentazione partitica.
Quale potrebbe essere la traduzione concreta di questi capisaldi? In realtà potrebbero non esserci eccessive variazioni rispetto al Democratellum – la proposta di riforma della legge elettorale avanzata due anni fa dallo stesso M5S previa approvazione da parte del popolo del web pentastellato – basato su 42 circoscrizioni (con le più grandi divise in collegi), uno sbarramento “implicito” al 5% e la possibilità di preferenze anche “negative”, penalizzando specifici candidati e liste.
Non resta che attendere l’effettiva presentazione del testo completo della proposta grillina, per valutarne compiutamente eventuali pregi e difetti. Nel frattempo, il M5S ribadisce di voler dire la sua anche sul terreno della legge elettorale, a costo di mettere in discussione un Italicum che – secondo i sondaggi degli ultimi mesi – potrebbe essere proprio la legge adatta per garantire ai grillini l’accesso al governo, peraltro con una larga maggioranza.