Chiamarlo “Verdinellum” forse sarebbe esagerato. Anche perché tutte le mosse di Denis Verdini sono concordate con il Presidente del Consiglio Renzi. E quindi attribuirgli la paternità di una legge così importante come quella elettorale, sarebbe assolutamente eccessivo. Eppure, l’ex macellaio di Fivizzano si starebbe muovendo nell’ombra – come sempre d’altronde – per proporre a Renzi uno stravolgimento dell’Italicum in senso proporzionale. A riferirlo è un retroscena di Ugo Magri sulla Stampa in cui si parla del progetto del leader di Ala: approvare una legge proporzionale (come propongono i 5 stelle) per incoraggiare un “grande abbraccio” post-elettorale tra il Pd a trazione renziana e il centrodestra moderato. Tagliando così fuori le ali estreme che, nella testa di Verdini (e non solo), oggi sono rappresentate dalla Lega Nord di Salvini a destra, dalla minoranza dem a sinistra e dal Movimento 5 Stelle. Una sorta di remake della Prima Repubblica per tagliar fuori i grillini da Palazzo Chigi, come avvenne con la conventio ad exclundendum nei confronti del Pci tra il 1948 e i Settanta, ovvero gli anni del compromesso storico tra Aldo Moro e Enrico Berlinguer.
Italicum, Renzi aspetterà l’esito del referendum
E’ piuttosto difficile che Renzi accetti visto che negli ultimi mesi si è speso molto per una riforma, l’Italicum, che pone fine “agli inciuci” e alle grandi coalizioni in cui i piccoli cespugli ricattano i partiti maggiori di governo. L’ampio premio di maggioranza alla lista – 340 deputati assicurati – garantirebbe proprio questo: una maggioranza di governo stabile espressione di un solo partito vincente. Eppure, in questo momento, lo stesso premier si trova stretto nella morsa dei suoi compagni di partito – che in caso di mancata revisione dell’Italicum voteranno “No” al referendum di ottobre – e dei centristi di Ncd che hanno addirittura minacciato di mettere in discussione il governo senza una modifica a favore del premio alla coalizione. E così, per uscire dall’impasse, Renzi avrebbe davanti a sé due strade: lasciare l’Italicum così com’è (Verdini è uno dei padri di questa riforma) aspettando il referendum o affidarsi all’ex braccio destro di Berlusconi, stanando allo stesso tempo i grillini che ieri hanno proposto una mozione per tornare al proporzionale (seppur con piccole correzioni in senso maggioritario). Probabile che alla fine Renzi scelga per la prima opzione. In attesa del referendum che potrebbe sparigliare le carte in tavola.
Speranza: “sull’Italicum Verdini vota con il governo, il Pd no
Intanto, simbolo del fruttuoso sodalizio tra Renzi e Verdini (“si sentono di continuo” scrive Magri) è stato il voto di ieri sulle mozioni per modificare la legge elettorale. La mozione di maggioranza firmata in prima battuta da Ettore Rosato e Maurizio Lupi, è stata votata anche dagli 8 deputati vicini a Verdini del gruppo Misto, mentre nel Pd sono mancati all’appello 42 voti anche se il capogruppo dem Rosato ha dichiarato che solo “24 non hanno votato la mozione per motivi politici, le altre 18 erano assenze giustificate”. “Il dato di fatto è che la sinistra del Pd non ha votato e Denis Verdini invece sì” ha concluso l’ex capogruppo a Montecitorio Roberto Speranza, dimessosi proprio in seguito alla scelta del premier di porre la fiducia sull’Italicum nel maggio 2015. E intanto Verdini lavora su possibili modifiche. In stretto contatto con Renzi.
@salvini_giacomo