L’Italia si posiziona al ventesimo posto tra i 188 paesi più “sani” al mondo. A riportarlo è una ricerca pubblicata sul nuovo numero di The Lancet, una delle riviste scientifiche più prestigiose in ambito medico-sanitario. I paesi europei che rientrano nelle prime trenta posizioni sono 22 e ben 18 di questi sono anche Stati membri dell’Unione Europea. I primi cinque Stati dell’Ue nella classifica generale sono la Svezia (3° posto), Gran Bretagna (5°), Finlandia (6°), Spagna (7°) e Paesi Bassi (8°). Se allarghiamo lo sguardo alla classifica generale, invece, nelle prime 10 posizioni troviamo: Islanda, Singapore, Svezia, Andorra, Gran Bretagna, Finlandia, Spagna, Paesi Bassi, Canada e Australia. Gli ultimi 10 posti invece sono occupati soprattutto da paesi africani colpiti negli ultimi decenni da povertà e guerre civili: Sierra Leone, Afghanistan, Mali, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Chad, Niger, Sud Sudan, Somalia e Repubblica Centro-Africana.
L’Italia si posiziona a poco più di metà classifica tra i 28 Sati membri dell’Unione: è dodicesima, tallonata da Portogallo, Francia, Slovenia e Grecia. Il paese membro più sano è la Svezia mentre in fondo alla classifica si posiziona la Romania. Tornando alla graduatoria generale, da notare il 28° posto degli Stati Uniti che risentono molto delle enormi diseguaglianze sanitarie tra i diversi Stati, e il 143° posto dell’India, sotto Gibuti, Comoros e Ghana. Molto evidente anche l’influenza che i 5 anni di guerra civile hanno avuto su Libia e Siria che si posizionano rispettivamente al 126° e al 117° posto.
La classifica aggiornata rispetto alle stime precedenti basate sui criteri delle Nazioni Unite e Banca Mondiale, è stata realizzata da alcuni studiosi dell’Università di Washington (Seattle) sulla base di 17 nuovi obiettivi introdotti dall’Onu e mirati a migliorare alcuni aspetti legati alla salute dei cittadini come la mortalità infantile, il tasso di obesità o l’incidenza dei suicidi. Se i paesi nelle prime posizioni hanno già raggiunto la maggior parte degli obiettivi prefissati, l’Italia si posiziona abbastanza bene: meglio di Stati Uniti e Francia ma peggio di Gran Bretagna, Spagna e Germania.
Gli studiosi hanno lanciato l’allarme rispetto all’obesità infantile e al consumo di alcool, in crescita quasi ovunque. Inoltre meno di un quinto dei 188 paesi ha raggiunto l’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienici. Il Professor Stephen Lin dell’Università di Washington ha annunciato che questa classifica sarà aggiornata ogni anno nei prossimi 15 anni.