Guerra in Siria: convocazione straordinaria del Consiglio di Sicurezza
Dopo i numerosi tentativi falliti di tregua, Stati Uniti, Francia e Regno Unito chiedono la convocazione straordinaria del Consiglio di Sicurezza. Il segreterio generale dell’ONU, Ban Ki-Moon, ha definito l’attuale situazione come “agghiacciante”.
Siria: Aleppo centro della discordia.
La drammatica situazione che si vive nella città di Aleppo, e l’incremento della copertura mediatica (dovuto anche le immagini del piccolo Omran Daqneesh), ha messo nuovamente in luce gli orrori di una guerra che va avanti da ormai 5 anni. Il conflitto nella città siriana si è intensificato nell’ultima settimana: pochi giorni fa, il governo di Al-Assad ha reso noto l’inizio di una operazione militare nella zona orientale della città. Inoltre, la tregua firmata da Russia e Stati Uniti non è stata effettivamente rispettata da ambo le parti. Gli Stati Uniti puntano il dito contro la Russia, affermando che stia appoggiando un regime violento e non democratico. D’altro lato, gli uomini di Al-Assad sostengono che gli americani stiano collaborando con il DAESH per sovvertire il regime siriano. Nel frattempo, la Turchia di Erdogan approfitta della sua posizione (di grande importanza geo-strategica) per calcare le mano e mettere in atto politiche quanto mai discutibili. Infine, l’ Unione Europea fronteggia il dramma umanitario delle migliaia di persone che, ogni giorno, bussano alle porte di una Europa in crisi d’i dentità. L’ avanzata dell’ euroscetticismo più reazionario è dovuto – oltre che alla crisi economica e alla perdita di fiducia nelle istituzioni comunitarie – all’emergenza legata all’ accoglienza e alla paura della minaccia terrorista.
Guerra Siria: blandi tentativi per risolvere dramma siriano.
La situazione attuale non sembra poter essere smossa dai singoli attori politici. Le Organizzazioni Internazionali, Dall’ ONU alla NATO, all’ UE, passando per le Organizzazioni non governative, cercano una soluzione a uno dei conflitti più intricati degli ultimi decenni. Ciò nonostante, la quantità di interessi in gioco e l’ alto numero di attori politici e sociali (riconosciuti e non) rende estremamente complicata la cristallizzazione di una soluzione condivisa. La centralità degli interessi economici e geopolitici, minimizza (a un secondo piano) la questione umanitaria. Il tentativo di riunire alcuni degli attori principali in gioco allo stesso tavolo – in una sessione srtaordinaria – sembra più un messaggio simbolico e una prima apertura a un cambio concreto. Le controversie scaturite dal conflitto non potranno essere risolte in una sola seduta, e l’obiettivo potrebbe essere la ricerca di alcuni punti di contatto, nell’ ottica della collaborazione multilaterale.