Elezioni Usa: perché il dibattito Trump-Clinton farà la storia

Pubblicato il 26 Settembre 2016 alle 16:52 Autore: Guglielmo Sano
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Elezioni Usa: perché il dibattito Trump-Clinton farà la storia

Il primo dibattito tra candidati alla presidenza di partiti diversi si svolse nel 1960, a fronteggiarsi erano John F. Kennedy e Richard Nixon. Quest’ultimo, convalescente dopo un ricovero in ospedale causato da un’infezione, appariva evidentemente smagrito e non farsi truccare di certo non migliorò la situazione per “Tricky Dicky”. Il candidato repubblicano non smise di sudare un attimo, più volte dovette asciugarsi la fronte, mentre Kennedy bello, in forma, sicuro di sé come al solito, bucava la cinepresa senza particolare sforzo. Dal punto di vista dei contenuti, a testimoniarlo chi aveva ascoltato la radio, Nixon strappò un pareggio al futuro presidente, fu la potenza del piccolo schermo a decretarne la sconfitta. Per rivedere un confronto televisivo tra due candidati dovettero passare 16 anni (Gerald Ford contro Jimmy Carter).

Elezioni Usa: perché il dibattito Trump-Clinton farà la storia

Un vero e proprio “fuoriclasse” dei dibattiti presidenziali fu Ronald Reagan. L’ex attore di Hollywood con il celebre “Are you better off than you were four years ago?” (“State meglio di come stavate quattro anni fa?”), ormai una delle più celebri espressioni della politica americana, nel 1980, sbaragliò Jimmy Carter. Quattro anni dopo, l’avversario era Walter Mondale, al giornalista che gli chiedeva se fosse troppo vecchio per il ruolo di leader più importante del pianeta (era già allora il presidente più vecchio di sempre) Reagan rispose: “non ho intenzione di sfruttare politicamente a mio vantaggio la gioventù e l’inesperienza del mio avversario”. Anche Mondale, che non era un ragazzino, rise alla battuta: alla fine i democratici persero in tutti gli stati tranne in Minnesota, lo stato di Mondale, dove vinsero dello 0,2%.

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Tornando ai giorni nostri: il dibattito tra Donald J. Trump e Hillary Clinton ha tutte le potenzialità per passare alla storia. Innanzitutto, per la prima volta si confronteranno un uomo e una donna, poi, stiamo pur sempre parlando di Trump, uno che quando si tratta di rompere gli schemi non ha davvero nessun problema. Tuttavia, la Clinton – con le dovute proporzioni – ha dimostrato di non essere da meno, almeno in occasioni simili.


Durante un dibattito per le primarie del 2008, accusando i giornalisti presenti e i media in generale di essere troppo benevoli con Obama, “vogliamo chiedergli se è comodo, se ha bisogno di un altro cuscino?”, sbottò l’ex First Lady parafrasando una battuta del noto programma satirico Saturday Night Live. Dunque, l’imprevedibilità dei due candidati sarà un fattore determinante, a maggior ragione considerando che la Trump e la Clinton sono i candidati alla Casa Bianca più “antipatici” di sempre e i meno apprezzati da molto tempo a questa parte. Nonostante ciò, almeno stando alle previsioni, potrebbero assistere al dibattito fino a 110-112mila spettatori: insomma, quello di stanotte potrebbe l’evento più seguito nella storia dei media.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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