Dopo giorni di trattativa governo e sindacati hanno trovato una prima intesa sulle pensioni. Entrambi hanno firmato un verbale di cinque cartelle in cui sono identificate le misure che saranno messe in campo nei prossimi tre anni. I leader delle sigle sindacali sono tutti concordi nel dire che è stato fatto un “buon lavoro” ma ancora “non è finito”. Da domani, ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, “partirà il confronto con i sindacati” per la definizione delle soglie dell’Ape, il cosiddetto anticipo pensionistico”.
Pensioni, i dettagli dell’accordo
Ecco alcuni dettagli dell’intesa riportai dal sito dell’ANSA.
Uscita a 41 anni per precoci in difficoltà – Per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni l’uscita sarebbe anticipata a 41 anni di contributi se si appartiene alle categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose . E’ quanto si apprende da fonti sindacali presenti all’incontro in corso al ministero del Lavoro. Sarebbe quindi questa la soluzione trovata per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età.
Assegno ‘minimo’ per accesso ad Ape – Per accedere all’Ape, l’anticipo pensionistico su base volontaria, bisognerà avere maturato una pensione “non inferiore a un certo limite”. E’ quanto si legge nel verbale d’incontro firmato da sindacati e governo. Il limite minimo non è stato ancora identificato.
Quattordicesima estesa a 3,3 milioni di persone – La quattordicesima sarà estesa a 3,3 milioni di persone, ovvero ai pensionati con redditi complessivi personali fino 1.000 euro al mese. E’ quanto si apprende da fonti sindacali presenti all’incontro in corso al ministero del Lavoro. Si tratta quindi di quasi 1,2 milioni in più rispetto alla attuale platea di beneficiari. La cosiddetta quattordicesima adesso riconosciuta ai pensionati con redditi complessivi personali fino a 750 euro mensili sarà estesa anche a coloro che hanno redditi fino a mille euro al mese (2 volte il trattamento minimo). Per coloro, 2,2 milioni, che hanno già il beneficio l’importo sarà aumentato, ma non è ancora stato definito il rialzo in base agli scaglioni di contributi versati. Nel complesso per l’aumento di chi già riceve la somma aggiuntiva si spenderà il 30% dello stanziamento dedicato a questo capitolo.