Sondaggi Referendum Costituzionale: per Lorien il sì è leggermente avanti
Sondaggi Referendum Costituzionale: per Lorien il sì è leggermente avanti
Nonostante il suo vantaggio sia diminuito, il sì resta ancora avanti. Questo lo scenario dipinto dall’ultimo sondaggio Lorien, nel consueto Osservatorio che – oltre ad analizzare le intenzioni di voto nazionali degli italiani sui partiti – prende in esame anche il trend relativo al prossimo referendum costituzionale, in programma il 4 dicembre.
Secondo Lorien, al momento il fronte favorevole alla riforma voluta dal governo Renzi resta in maggioranza. A rappresentarlo è il 37% degli intervistati, un punto in più di chi la pensa in maniera esattamente opposta. Il distacco tra i due schieramenti si è dimezzato ma entrambi hanno guadagnato rispetto all’ultima rilevazione di luglio, evidenziando come il bacino svuotatosi sia in realtà quello degli indecisi, scesi dal 30 al 27%.
Sondaggi referendum costituzionale: sì avanti di misura
Ad influire su questa riduzione degli indecisi è probabilmente il livello di informazione sul tema della consultazione. Secondo Lorien, infatti, l’88% degli italiani è a conoscenza del referendum, un dato considerevole ed in aumento di ben 10 punti rispetto a luglio. Inoltre, cresce anche la percentuale di coloro che si ritengono sufficientemente informati, che ora rappresentano il 39% (+2 rispetto a luglio), sebbene la maggioranza assoluta degli intervistati (55%) lamenti ancora un basso livello di informazione.
In virtù di ciò, Lorien tratteggia una previsione sull’affluenza di tutto rispetto. Secondo l’istituto, infatti, la maggioranza assoluta degli italiani potrebbe recarsi alle urne. Un dato sicuramente inferiore rispetto alle consultazioni politiche ed amministrative ma di indubbio rilievo se si considera la natura referendaria della tornata elettorale.
Nello specifico, quasi un italiano su 3 è sicuro di recarsi alle urne, ma un ulteriore 20% sembra propenso a fare altrettanto, portando il totale al 52%, un dato molto simile a quello registrato nel referendum costituzionale del 2006 e di gran lunga superiore alla quasi totalità dei referendum abrogativi – dove però il raggiungimento del quorum è obbligatorio, a differenza del quesito del prossimo 4 dicembre – indetti negli ultimi 20 anni.