Ecco perchè Schifani sta facendo litigare Berlusconi Salvini e Meloni
Dopo molto tempo si sono incontrati ieri, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Luogo dell’incontro: la casa milanese in via Rovani dell’ex premier. Le scorie romane sono il passato, i tre leader si sono ricompattati dietro al No al referendum costituzionale spiegato in una nota rilasciata al termine dell’appuntamento. In breve: sono esclusi nuovi patti del Nazareno qualora Renzi dovesse perdere la battaglia referendaria.
Anzi, ci sarà spazio per una “nuova riforma costituzionale” che prevede “il presidenzialismo con l’elezione diretta del capo dello Stato, il vincolo di mandato ai parlamentari (chi cambia idea deve dimettersi) e il taglio del costo e del numero degli eletti”. La differenza tra Camera e Senato sarà sostanziale e la riforma “riorganizzerà lo Stato sulla base di un federalismo capace di valorizzare le comunità territoriali; riconoscerà al popolo il diritto di esprimersi ogni qualvolta i trattati internazionali prevedano cessione di sovranità”. Punto quest’ultimo che piace soprattutto a Salvini e Meloni che da mesi sono impegnati in una campagna anti europeista e nazionalista.
Schifani, Berlusconi: “Ho fiducia in lui”
Sintonia ritrovata dunque? Per metà. I tre hanno “litigato” sulla nomina di Renato Schifani come coordinato del No per Forza Italia. Salvini e Meloni considerano l’ex esponente di Ncd una figura scomoda visto che ha votato per tre volte a favore della riforma. La nomina non è andata giù nemmeno dalle parti di Forza Italia. Eppure Berlusconi ha voluto ribadire la fiducia nell’ex presidente del Senato affermando che “Schifani parla a un mondo che altrimenti sarebbe schiacciato sul Sì”.