Sondaggi referendum costituzionale, per Index i “No” avanti di 3 punti

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Secondo l’Istituto demoscopico Index Research i “No” al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre sarebbero avanti sui “Sì” di 3 punti esatti (51,5-48,5%). Le rilevazioni, mandate in onda dal talk show di La 7 Piazza Pulita condotto da Corrado Formigli, vanno avanti da febbraio scorso quando i contrari venivano doppiati dai favorevoli alla riforma costituzionale approvata dal Parlamento. La crescita dei “No” è stata impetuosa fino al sostanziale pareggio (50-50%) del periodo giugno/luglio che ha coinciso anche con il boom del Movimento 5 Stelle alle amministrative a discapito del Partito Democratico, che ha perso il controllo di due città importanti come Roma e Torino pur confermando Milano. Da metà estate, secondo Index, i “No” hanno sorpassato i “Sì” e lo scarto rilevato con il sondaggio mandato in onda giovedì scorso è il più ampio da quando i contrari sono in vantaggio. Ad oggi rimane ancora circa il 30% degli indecisi, il vero ago della bilancia di questa consultazione referendaria.

Referendum costituzionale, le motivazioni degli elettori

L’Istituto demoscopico che realizza sondaggi per il programma serale di La 7, ha analizzato anche quali sono le principali motivazioni degli elettori rispetto alle due diverse scelte. Per quanto riguarda il fronte del “Sì”: il 36,8% andrà a votare “per rendere più moderno ed efficiente il Paese”, il 21,4% per “ridurre il numero dei Parlamentari” mentre il 18,6% per “ridurre i costi della politica” – a dimostrazione di quanto gli slogan dei favorevoli alla riforma abbiano un forte impatto sugli elettori. Dall’altra parte, quattro contrari su dieci alla riforma costituzionale andranno a votare per “mandare a casa Renzi” dopo la scelta del premier di personalizzare la consultazione referendaria, il 30,4% perché questa riforma “riduce gli spazi di democrazia” e il 12,4% perché “è una riforma confusa e la Costituzione non si cambia così”. In questo caso, è evidente come la motivazione principale che spingerà gli elettori a votare “No” non è strettamente legata al merito della riforma quanto agli sviluppi politici in caso di bocciatura.

 

Index ha fotografato anche l’opinione degli italiani sul trattamento dei media nei confronti delle diverse forze politiche. Secondo il 40,4% dei cittadini, i mezzi di informazione sono più critici nei confronti del Movimento 5 Stelle, percentuale che risente dei fiumi di inchiostro utilizzato per raccontare le diatribe interne e il caos iniziale della giunta Raggi a Roma. Secondo il 20,6% degli elettori invece i media sono più critici nei confronti del premier Matteo Renzi, nonostante sia Presidente del Consiglio e che quindi abbia una responsabilità di governo che si presta molto più facilmente agli attacchi dei media. Secondo un quarto dell’elettorato, invece, i mezzi di informazione trattano tutte le forze politiche allo stesso modo.