Finali NBA: Spurs da record, è 2-1 San Antonio
Ci si poteva immaginare una gara in cui un giocatore alzasse la mano e facesse sempre canestro, magari col 6 di Miami sulle spalle, ma che lo facesse una squadra intera per ventiquattro minuti, questo era decisamente meno pronosticabile. San Antonio chiude infatti il primo tempo di gara tre con una percentuale record per le finali del 75,8% al tiro, toccando quota 71 e finendo avanti di 21 punti, lo scarto più ampio per una squadra in trasferta dai tempi di Jordan contro Seattle. Per provare a spiegare numeri che non sono spiegabili, proviamo a vedere cos’è successo nel primo tempo.
San Antonio parte con Diaw (10,0 rimbalzi e 5,5 assist di media finora) in quintetto, e la chiara idea di non schierare mai assieme Duncan e Splitter, che si pestano parecchio i piedi, ma di usare il caraibico da 5 ed il francese ed in alternativa Bonner per allargare il campo. James, Bosh e Wade mettono subito la firma nei primi 10 punti di Miami, ma dall’altra parte Leonard (9 punti in gara 1 e altrettanti in gara 2) da solo è già alla stessa quota, con i neroargento che conducono 18-10 e costringono Spoelstra al time out. James capisce che c’è bisogno di alzare i giri del motore e segna 12 punti in fila, ma San Antonio è un treno carico di trance agonistica, e continua a martellare il canestro avversario senza sosta, compreso un fortunoso tiro da tre di Ginobili allo scadere che fissa il punteggio sul 41(!) a 26 con Leonard a quota 16. Sulle ali dell’entusiasmo, anche i panchinari contribuiscono alla causa in toto, allargando la forbice a 20 punti di scarto. Due triple consecutive di Lewis e finalmente qualche errore degli ospiti dopo un irreale 19/21 dal campo, più un James da 6/7 al tiro e ancora una tripla dell’ex Seattle e Orlando riportano il punteggio sul -15, ma è un momento che passa in fretta, e gli speroni chiudono il primo tempo, come detto, con 21 punti di vantaggio.
Gara finita? Certamente no. Lo sanno bene ospiti e padroni di casa, che infatti si presentano al via con un gioco da tre punti di Wade, fin lì sonnolento e apatico, e una tripla di Bosh (poco cercato dai compagni stasera) in 46 secondi. Popovich non ci pensa un attimo e chiama time out. Miami nel terzo quarto produce lo sforzo maggiore per rientrare, e con Wade che prende la squadra in mano e ne mette 11 nella frazione riapre la gara sul -13, anche perché adesso Duncan e compagni sbagliano anche tiri comodi dopo averne segnati di molto più difficili. Belinelli mette piede in campo per la prima volta a 4:32 dalla fine del periodo sull’ 81-66, ma vede riavvicinarsi gli Heat a soli sette punti di distanza (81-74) con Wade, come detto, trascinatore.
È però proprio una tripla del bolognese a ridare la doppia cifra di vantaggio, e se non è il canestro più importante della partita, poco ci manca davvero. Gli Spurs riprendono vigore e fiducia, e sul bel canestro di Diaw chiudono ancora con un vantaggio a due cifre. L’ultimo quarto le percentuali si abbassano notevolmente nei primi minuti. James è poco partecipe dell’attacco dei suoi, perde qualche pallone di troppo pur recuperandone alcuni di pura voglia ed energia e sbaglia alcuni tiri non da lui. Non è la sua serata, ma quella del suo avversario diretto, Kawhi Leonard, che ritocca il suo massimo in carriera a quota 29. Non male per uno che in difesa riesce a limitare nettamente il miglior giocatore del pianeta… Gli Spurs non abbassano il ritmo quasi mai, Chalmers (negativo nella serie finora) commette l’ennesima sciocchezza, e l’ultimo ad arrendersi è proprio Lewis, ma non basta. A due minuti e mezzo dalla fine, con la gente che ha già iniziato a sfollare l’impianto, le facce dei giocatori dicono che è finita. San Antonio riconquista il fattore campo e giovedì notte (venerdì mattina da noi) avrà un match importante per indirizzare la serie. Miami non può più sbagliare, ma James e soci lo sanno bene e questo non può che essere il preludio ad un’altra bellissima partita di queste meravigliose finali NBA.
Marco Minozzi