Nuovo ISEE, crolla dal 66,8% al 14,1% la proporzione di chi dichiara di avere zero
E’ stato introdotto alla fine del 2013 dal governo Letta, e a quanto pare dopo un periodo di rodaggio quando è entrato in vigore ha portato i suoi frutti. Il nuovo ISEE, che si basa su nuovi criteri che aumentano l’importanza, per esempio, degli immobili posseduti e del reddito da affitto, ma che soprattutto prevedono un incrocio dei dati con l’agenzia delle entrate.
Anzi, viene fortemente limitata e quasi scompare l’autocertificazione, e i dati vengono forniti da INPS o Agenzia delle Entrate, appunto, o dall’Anagrafe Tributaria.
E’ quest’ultimo cambiamento che più di tutti ha prodotto una variazione enorme dell’esito della certificazione ISEE in sede di DSU, Dichiarazione Sostitutiva Unica, che contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica del nucleo familiare con la quale si ottiene poi l’indicatore ISEE per la richiesta di prestazioni sociali agevolate per chi ha problemi di disabilità, di povertà, di accesso allo studio e altro.
Nuovo ISEE, calo dei nullatenenti cominciato già dal 2012
Secondo il report del Tesoro sui dati del 2015 emerge un crollo della percentuale di cittadini che dichiaravano patrimonio mobiliare nullo. Nel 2015 questi erano solo il 14,1%. Nel 2014 erano il 66,8%.
Negli anni precedenti erano ancora di più, sul 70% nel 2013, intorno al 75% nel 2012, e ben l’80% nel 2011.
Il patrimonio mobiliare è quello che raggruppa conti correnti e libretti di deposito.
Nel 2011 quindi l’80% delle persone che chiedeva un DSU risultava senza neanche un conto corrente.
Un’evasione mostruosa, che come si vede ha già cominciato a vacillare quando si è cominciato solo a parlare di nuove modalità di controllo dell’ISEE, dal 2012, con un calo del 14%, fino al crollo del 2015.
Il valore medio dell’ISEE è salito da 6756€ a 14709.
Chiaramente tra i positivi invece la media è calata di circa 3500€, visto che gli ex nullatenenti hanno comunque denunciato cifre minori.
Anche la mediana è salita, da 0 a 2471, e soprattutto il terzo quartile, ovvero coloro che risultano più ricchi del 50% della popolazione, ma più poveri del 25% più ricco. Qui si passa da 2 mila € a 13192€
Nuovo ISEE, è al Sud il crollo maggiore dei furbetti, ora le dichiarazioni si avvicinano a quelle del Nord
E’ molto interessante osservare la distribuzione geografica delle distribuzioni ISEE e di conseguenza anche delle variazioni da un anno all’altro.
Il maggiore crollo avviene al Mezzogiorno: in Campania, Calabria, Sicilia si era al 90% di nullatenenti nel 2014.
Stridente il confronto con Friuli Venezia Giulia e Toscana, dove si superava appena il 30%.
Con il 2015 le differenze tra regioni si sono quasi annullate. In Campania, la regione che risulta più povera, ora risultano solo il 25% circa. Sotto il 10% al Nord.
E così si può osservare a destra il calo di questi nullatenenti nel 2015, trimestre dopo trimestre, man mano che aumentava la consapevolezza delle nuove procedure.
Di fatto al quarto trimestre del 2015 la percentuale di nullatenenti al Mezzogiorno e al Nord variavano di meno del 5%, nel primo trimestre di più del 15%
Le modalità di quantificazione del valore dell’ISEE cambiano ora in base alle agevolazioni richieste, se legate alla disabilità, allo studio, all’aiuto per la povertà, e così via.
Tuttavia non si sono riscontrati grossi cambiamenti nel reddito ISEE della media della popolazione, se non per la disabilità: nel 2015 al Sud erano il 70% circa i nuclei con ISEE sotto i 10 mila€, mentre nel 2014 sarebbero stati il 76%, nel Nord si è passato dal 59,2% al 56,9%.
Ha influito appunto anche la forte riduzione dei furbetti. Un piccolo passo nell’enorme lotta contro l’evasione in Italia