La situazione di Giancarlo Galan, ex Ministro e Governatore del Veneto, si sa non essere delle migliori. L’abbraccio mortale dell’affaire Mose rischia di farlo affondare. E mentre il Parlamento si riunisce per discutere circa l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, Galan spara a zero sui accusanti.
“Ci metterò 15 anni – afferma l’ex Ministro delle attività e dei Beni Culturali – ma quelli che mi accusano me li andrò a prendere casa per casa”, quasi fosse una minaccia la dichiarazione rilasciata al quotidiano torinese La Stampa. Poi parla di non colpevolezza: “sono pronto a rispondere punto per punto a ogni accusa. Ho le carte per provare la mia estraneità”. Ed a proposito di estraneità, domani (giovedì 12, ndr) sarà ospite della Procura per raccogliere le sue memorie al fine di ben difendersi. Tuttavia le accuse nei suoi confronti sono pesanti, pesantissime: quella che fu la sua segretaria personale, Claudia Minutillo, afferma che il tre volte Presidente della Regione Veneto incassava 1 milione di euro l’anno per “oliare il sistema degli appalti legati al Mose”, come scrive l’Huffington Post. Ma gli estratti conto parlano di ben 27 anni (1987-2014).
Nel frattempo la giustizia opera e, come noto, appena 4 giorni fa ha sequestrato alcuni beni di proprietà di Galan, pari al valore delle tangenti che avrebbe intascato: villa Rodella a Cinto Euganeo ed una lunga serie di barche, sebbene il forzista in prima persona smentisce: “ma se ne ho appena 2”. Ed infine Galan conclude difendendosi: “stanno tentando di scaricare su di me nefandezze altrui. Non mi farò distruggere per misfatti commessi da altri. Su ogni cosa che ho detto e fatto nella mia vita ho sempre messo la faccia. Ho tutta l’intenzione di farlo anche stavolta, voglio fare luce su tutto il processo mediatico è mostruoso, leggo profili della mia persona che stento a credere anche solo immaginabili. Non poter rispondere o difendermi sin da subito è umanamente molto difficile”.
Daniele Errera