MERCOSUR: Argentina e Brasile in pressing su Venezuela
Continua a salire la tensione in America Latina. Questa volta il terreno di scontro è il MERCOSUR, l’ importante organizzazione per il commercio. Macri e Temer pressano Maduro affinchè “regolarizzi” la posizione del Venezuela all’ interno dell’ organizzazione, attraverso un pacchetto di riforme economiche. La minaccia è quella di escludere definitivamente il paese di Chavez dal “Mercado Común del Sur” Ma ciò non è altro che la punta dell’ iceberg.
Gli equilibri politici si muovono sull’ asse del MERCOSUR.
La pressione esercitata da Michel Temer (Brasile) e Mauricio Macri (Argentina) non nasce in maniera casuale, inaspettata. La conferma di impeachment a carico di Dilma ha “dato il la” a una serie di manovre politiche da parte dell’ elite neoliberista Sudamericana. Argentina, Brasile e Paraguay (Paesi fondatori originari del MERCOSUR) hanno reso vacante la presidenza pro-tempore dell’ organizzazione, destinata al Venezuela di Maduro. Una manovra che si muove sul filo dell’ illegittimità, in quanto non è previsto alcun tipo di status privilegiato per i Paesi fondatori del MERCOSUR. La struttura decisionale, inoltre, si considera consensuale. Tale scelta – operata da parte dei Paesi sopracitati – è stato più un atto di forza che un atto democratico. Di fatti, in gioco non c’è il solo funzionamento del MERCOSUR. Gli equilibri geopolitici del continente si muovono lungo l’asse delle organizzazioni internazionali. In uno dei massimi periodi di stanca dell’ ALBA (originariamente, Alternativa Bolivariana per America Latina), l’ unica grande organizzazione regionale per fini economico-commerciali saldamente attiva è proprio il MERCOSUR. La divergenza è, in questo caso evidente: se l’ ALBA rappresenta il progetto “socialista-chavista”, il “Mercado Común del Sur” può virare definitivamente verso il porto neoliberista. L’ uscita del Venezuela sarebbe decisivo per i fautori del consenso di Washington e del regionalismo aperto.
Perchè il MERCOSUR è così importante?
Nonostante vi siano altre organizzazioni regionali rilevanti e particolarmente attive (come l’ UNASUR) il mercato comune del sud ricopre un ruolo centrale. Nella visione neoliberista, il primato del potere economico-commerciale su quello politico determina l’ attuazione delle politiche pubbliche nell ottica puramente economica, non sociale. Considerando che il modello economico di riferimento, a livello globale, è proprio quello neoliberista, qulasiasi progetto e tendenza antiegemonica deve necessariamente tener conto del sistema vigente nel quale attuare. Il Mercosur riveste un ruolo decisivo negli schemi politici e geopolitici continentali per la natura propria della organizzazione, ovvero di carattere economico-commerciale. L’ organizzazione ha un forte impatto sulle politiche economiche e commerciali dei singoli Paesi che aderiscono al trattato. Per quanto non vi sia una “radicalizzazione della cooperazione” (come può essere il caso dell’ Unione Europea) ha un impatto importante, considerando che la totalità degli stati Sudamericani appoggia un “regionalismo aperto” (basato nel consenso di Washington) o un “post-regionalismo” (ovvero: la radicalizzazione del “regionalismo chiuso” anteriore all’ ascesa del socialismo chavista). L’ attuale congiuntura economica e politica sembra dare ragione alle destre nazionali, forti di una notevole coesione e un incremento generalizzato dell’ appoggio elettorale.
Che futuro per il MERCOSUR?
Ciò che sembra più probabile, in questo momento, è che l’organizzazione regionale diventi una piattaforma di (ri)lancio delle politiche neoliberiste a scala continentale. Dopo il “filotto” di vittorie elettorali sul piano nazionale, la “presa” del MERCOSUR potrebbe essere – per la destra Latinoamericana – la ciliegina sulla torta di un anno carico di successi politici ed elettorali. D’ altro canto, il socialismo del siglo XXI dovrà trovare nuova linfa per potersi mantenere in linea di galleggiamento.
L’ unico leader della sinistra bolivariana che sembra mantenere una gran parte dell’ appoggio popolare è Rafael Correa, presidente dell’ Ecuador e leader di Alianza PAIS. Il possibile rilancio dei “petrolpopulismi” potrebbe partire proprio dall’ Ecuador, agli inizi del 2017: le presidenziali sono dietro l’ angolo e una vittoria del candidato di Alianza País potrebbe rilanciare la figura di Correa come nuovo leader socialista regionale, tanto nell’ ALBA che all’ interno dello stesso MERCOSUR. Il pragmatismo di Correa – distintamente dall’ idealismo di Maduro – potrebbe essere la panacea ai mali del socialismo latinoamericano.