Podemos cambia passo, vince la linea dura di Pablo Iglesias
Dopo le elezioni regionali nel Paesi Baschi e in Galizia (vinte rispettivamente dagli indipendentisti e dal Partito Popular), è sempre più probabile una astensione (anche con voto disgiunto) dei socialisti, che permetterebbe così al premier uscente Mariano Rajoy di formare una nuovo governo di minoranza. Ma non è solo il Psoe a essere diviso.
Podemos ha (almeno) due anime
Negli ultimi giorni, complice la crisi interna del Partito socialista, Podemos ha mostrato le sue due anime. Ieri si sono riuniti i massimi esponenti del partito per decidere la linea politica da seguire e fare il punto dopo le elezioni del 26 giugno scorso. Vince la linea dura di Pablo Iglesias, sempre più leader indiscusso, contrapposta alla proposta di Inigo Errejón, segretario politico e portavoce del partito, che chiedeva invece una maggiore apertura verso i socialisti. Il “leader con il codino” è intenzionato a recuperare l’essenza del movimento (di sinistra e radicalmente anti-sistema), mentre Errejón è per una posizione più moderata. Dopo le ultime elezioni Podemos ha perso oltre 1 milione di elettori, molto probabilmente a causa dell’accordo con Izquierda Unida. Da qui la proposta di Errejón di aprire al centro.
Iglesias invece vuole presentare il suo partito come una alternativa credibile alle formazioni tradizionali. Dopo le dimissioni di Pedro Sánchez dalla segreteria del Psoe, il partito socialista si trova ad affrontare una profonda crisi che può rappresentare un notevole bacino di voti per il movimento nato dalle ceneri del 15-M.
Populismo sì, ma di sinistra
“Quello che funziona in Europa sono i discorsi belligeranti” ha dichiarato Iglesias due settimane fa in una conferenza all’Universidad de Podemos. Il segretario del movimento ha poi voluto sottolineare la differenza con i populismi di destra. “Grazie a Podemos non esiste in Spagna una forza simile al Front Nacional” ha poi concluso.