“Non sono pessimista, ho lanciato un allarme e le reazioni che sono avvenute, un po’ sopra le righe, mi fanno pensare alla storia di chi dice il re è nudo e se la prende con chi lo dice, c’è questo rischio”. Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo ai cronisti all’uscita dalla Procura di Bologna, replica al premier Matteo Renzi confermando i suoi timori circa i tempi di realizzazione delle opere per l’Expo di Milano che a suo avviso sarebbero in ritardo. “Io ho mandato una lettera al governo, al presidente Renzi, il 4 marzo -ricorda Maroni- indicando una serie di misure che servono per consentire a noi di completare le opere per Expo e non ho ancora ricevuto risposta”. “Sono passati più di tre mesi e sono tre mesi persi -prosegue il governatore della Lombardia- oltre alla vicenda Cantone”.
“Quali sarebbero queste responsabilità? La Regione Lombardia ha fatto tutto quello che doveva fare, quindi sono accuse totalmente infondate“. Ha aggiunto Maroni. “Noi abbiamo fatto tutto quello che serve -ribadisce Maroni- stiamo facendo anche di più di quello che serve”. Quanto alla vigilanza su possibili episodi di corruzione poi emersi nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria, Maroni spiega che “ci sono 23 tra commissioni e comitati che vigilano su Expo e quello che si è scoperto, lo ha scoperto la magistratura, grazie agli strumenti che solo lei ha e nessun altro: le intercettazioni telefoniche”.
SALA, ATTENDO DECRETO DOMANI, PER NOI DECISIVO – “Ribadisco che domani è un giorno decisivo per il nostro futuro, il decreto che stiamo aspettando cambierà in meglio il nostro lavoro ma deve davvero arrivare domani”, lo ha detto il commissario di Expo Giuseppe Sala che ha aggiunto di aver avuto garanzia che “nel decreto ci saranno tutti gli strumenti per i controlli”. Su eventuali ritardi di Expo “Maroni ha anche detto che sta cercando di fare opera di stimolo al Governo ma abbiamo fatto fare anche verifiche esterne e siamo nei tempi. Ci sarà da correre ma siamo nei tempi”.