Referendum costituzionale, minoranza Pd divisa: ecco chi sta con Renzi
Referendum costituzionale e Italicum continuano a dividere il Partito Democratico. Durante la Direzione tenutasi lunedì, il premier e segretario Matteo Renzi ha teso la mano alla minoranza dem proponendo una commissione Pd sulla legge elettorale.
La proposta è stata accolta favorevolmente dai dissidenti. “Spero sia consapevole che, comunque la si pensi, il Paese ha bisogno di ridurre le distanze. Anche allargare il consenso su una nuova legge elettorale e sull’elezione diretta dei senatori, è un modo per farlo. E forse è una via per svelenire il clima e limitare una frattura con una parte del nostro popolo” ha detto Gianni Cuperlo in un’intervista al Corriere della Sera. Linea sposata da Pier Luigi Bersani. “Una commissione non si nega a nessuno – ha affermato alla Stampa all’ex segretario – Io ho detto a Guerini che noi della minoranza ne faremo parte solo per rispetto a lui”. Entrambi hanno però condizionato il loro sì alla riforma costituzionale alla modifica dell’Italicum. Se ciò non avvenisse la minoranza volterà le spalle al presidente del Consiglio.
Referendum costituzionale, minoranza Pd spaccata
Non tutta però. Secondo quanto riportato oggi dal Corriere della Sera la stessa minoranza Pd è spaccata al suo interno tra chi è favorevole e chi è contrario alla riforma costituzionale.
Secondo i calcoli della sinistra pd, alla Camera su circa 35 esponenti delle aree di Roberto Speranza e Gianni Cuperlo, saranno circa 25 quelli che voteranno No. Più compatta la delegazione del No al Senato dove, su una ventina, probabilmente solo un paio diranno Sì, Erica D’Adda e Lodovico Sonego. Per il Sì anche un bersaniano doc come il giovane deputato Enzo Lattuca.