La sfiducia degli italiani nei confronti della classe politica continua a crescere. E a dimostrarlo ci sono i più recenti dati sull’affluenza alle urne: alle ultime elezioni europee del maggio 2014, infatti, sono andati a votare il 59% degli aventi diritto contro il 65% (-6%) di 5 anni prima. Se non si può attribuire all’Italia la specificità della sfiducia nei confronti dei rappresentanti politici, è vero che nel nostro paese questo fenomeno assume delle caratteristiche particolarmente significative. A fotografare la situazione è stato l’Istituto demoscopico Ipsos diretto da Nando Pagnoncelli che ha realizzato un sondaggio sul tema per Di Martedì di Giovanni Floris. Ben il 69% degli italiani (più di 2 su 3) sostiene che la classe dirigente nostrana abbia come caratteristica maggiore quella dell’incompetenza, mentre solo il 21% dei cittadini pensa il contrario.
Ipsos, secondo gli italiani i politici non si occupano dei veri problemi del Paese
Negli ultimi mesi è riemerso nel dibattito pubblico il tema del rapporto tra onestà e competenza nell’ambito della gestione della cosa pubblica. Spesso, in Italia, il criterio dell’onestà sembra essere ritenuto il più importante nella valutazione di un rappresentante politico, atteggiamento che risente fortemente di un clima di sfiducia nei confronti di una classe dirigente che, sulla scia degli scandali politico-giudiziari, viene giudicata a giorni alterni “corrotta” o “ladra” con generalizzazioni qualunquistiche che difficilmente si prestano a distinzioni e che hanno portato negli ultimi anni ad uno scadimento evidente del dibattito pubblico nostrano. L’onestà in un politico infatti non basta. E’ una condizione necessaria ma non sufficiente per poter aspirare o rimanere in carica poiché per “gestire” l’emergenza rifiuti, i trasporti o l’inquinamento, non basta essere onesti. Bisogna anche essere capaci. E se non si è anche capaci bisogna fare un altro mestiere. Secondo un italiano su due la qualità migliore di un politico dovrebbe essere quella di saper “mettere d’accordo le persone” e il 45% di “avere il coraggio di scontrarsi”. La sfiducia nella classe politica italiana è fotografata molto chiaramente dalle risposte alla domanda: “secondo lei i politici al momento…?”. Per l’82% degli intervistati i nostri rappresentanti “perdono tempo su questioni che interessano solo loro” mentre solo per il 12% “si occupano dei veri problemi del Paese”. Questi dati fotografano bene la distanza tra gli eletti e i bisogno reali degli elettori, che è stata amplificata ancora di più con la campagna elettorale referendaria che bloccherà il Parlamento fino al prossimo 4 dicembre. La maggioranza degli italiani, infatti, ritiene che la riforma costituzionale non sia una priorità del Paese.
Ipsos, un politico non deve essere “razzista”, “sessista” e deve pagare le tasse
L’ultima questione sottoposta da Ipsos al proprio campione è strettamente legata agli ultimi episodi che hanno coinvolto il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump. Il magnate immobiliare, infatti, avrebbe in passato molestato almeno 5 donne (come riportato da diverse testimonianze raccolte da Washington Post, New York Times, Palm Beach Post…) mostrando un comportamento “sessista” e profondamente irrispettoso nei confronti del genere femminile. Secondo il 45% degli italiani la peggior caratteristica in un personaggio politico qualunque sarebbe quella di “avere atteggiamenti razzisti”, seguito dal 21% secondo cui non dovrebbe avere “atteggiamenti sessisti” e il 20% che si indignerebbe nel caso il politico di turno avesse eluso il fisco (ogni riferimento a Donald Trump è puramente casuale).
NOTA METODOLOGICA
Sondaggio realizzato da Ipsos per Itv Movie Srl (“Di Martedì” su La 7) presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 600 interviste (su 8.772 contatti). Mediante sistema CATI, il 10 ottobre 2016.