Elezioni USA, Clinton VS Trump: due pesi e due misure?
In concomitanza con la diffusione del già noto videotape di Trump del 2005, sono state filtrate (in parte) le mail cancellate da Hillary Clinton, nella sua corrispondenza con il Partito Democratico. Entrambi hanno rimarcato la debolezza dell’altro nel secondo dibattito, il quale – si assicura – sia stato vinto da Hillary. Nonostante la gran importanza del contenuto delle mail (in cui la Clinton – tra l’altro – afferma di aver sempre favorito le banche e di esser distante dalle persone comuni) la loro diffusione è stata decisamente limitata. È il caso di dire che per Hillary Rodham Clinton (Partito Democratico) e Donald Trump (Partito Repubblicano) si stiano applicando “due pesi e due misure”?
Elezioni USA: decisivi gli “endorsement” dei mezzi di comunicazione
L’ elemento chiave di questo linciaggio mediatico contro il magnate Trump è l’indirizzo dei maggiori mezzi di comunicazione statunitensi. La disuguaglianza di trattamento tra i due candidati alla presidenza deriva dal supporto (esplicito o implicito) all’ uno o all’altro. Nel caso di queste elezioni presidenziali, il supporto ricevuto da Hillary Clinton – in qualità di rappresentante dei democratici – si potrebbe definire sostanzialmente in linea con gli endorsement ricevuti dall’ ex-candidato e attuale presidente, Barack Obama. La maggior differenza risiede nell’ “abbandono” del magnate di New York da parte dei tradizionali mezzi di comunicazioni filo-repubblicani. Nonostante questi non si schierino apertamente in favore della Clinton, non producono la mobilitazione necessaria per una parte di elettorato repubblicano, indeciso tra Trump e l’ astensione. Anche giornali tradizionalmente neutrali – come il USA Today – si sono schierati contro Trump (più che a favore della candidata democratica). La prospettiva mediatica con cui si affrontano i temi della campagna provoca effetti diretti sulla percezione dei candidati. La demonizzazione mediatica del candidato repubblicano ha spinto i suoi sostenitori più importanti e prestigiosi (tra cui lo stesso Partito Repubblicano) a rivedere la propria posizione.
Elezioni USA, Clinton VS Trump: le prospettive politiche reali dei candidati
Le problematiche a cui dovrebbero far fronte – una volta arrivati alla presidenza – sarebbero sostanzialmente le stesse. In chiave estera, la questione del Medio Oriente, le relazioni con la Russia e la politica economica-commericale sono i cardini dell’ azione statunitense. D’altro lato, i temi interni “sempreverdi” sono il sistema sanitario e regolamentazione del possesso delle armi da fuoco (specie dopo un anno plagato di violenza).
Politica estera: Il gran limite di Trump risulta essere la sua prospettiva estera e geopolitica. L’ avvicinamento alla Russia e alla Cina potrebbe compromettere un sistema politico e commerciale che vede, negli Stati Uniti d’ America, il suo attore protagonista. Il neo-isolazionismo di Trump non risponde alle esigenze economiche e commerciali del Paese. La Clinton, d’altro canto, garantirebbe il proseguimento di una determinata politica estera: aggressiva e imperialista, in linea con il pensiero geopolitico statunitense. In realtà, lo stesso estremo intervenzionismo della candidata democratica (visto di buon occhio da una parte della elite politica) è oggetto di forte critica e dibattito all’ interno della popolazione statunitense.
Politica interna: questa volta non è l’ Obama Care il tema centrale di politica interna (per quanto il sistema sanitario nazionale rimanga la grande chimera a stelle e strisce). L’isterismo per la minaccia terrorista – congiunto ai picchi di violenza registrati nello stesso periodo – ha riportato prepotentemente, al centro del dibattito, la regolamentazione sul possesso di armi da fuoco. Anche in questo caso, Clinton e Trump rappresentano la forte contrapposizione che vive la società americana. Trump (attraverso la paura e lo sconcerto) propone un rafforzamento delle misure di sicurezza, fondandole su criteri etnici, razziali e religiosi. La Clinton rispecchia la crescente preoccupazione verso l’attuale regolamentazione del porto d’armi, eccessivamente permissiva, avallando (tra l’altro) il discorso dell’attuale presidente Obama. In sintesi, se il messaggio di Trump presenta un carattere fortemente nazionalista e conservatore, la Clinton si presenta con un discorso integrazionista e moderatamente riformatore.
Elezioni USA, Trump vs Clinton: è l’elezione del “male minore”?
A prescindere dai risultati concreti che possano ottenere Trump o Clinton nella stanza ovale, queste elezioni presidenziali si segnalano per mettere di fronte due dei candidati meno amati nella storia del Paese. Attraverso l’incessante opera di demolizione perpetrata ai danni di Trump (enfatizzando le molteplici negatività del repubblicano), si è elevata la Clinton a salvatrice della Patria. La stessa ex-first lady è arrivata a dichiarare che sia “l’ultima cosa tra loro (gli americani) e l’apocalisse”. Considerando la sua precaria posizione per via della serie di scandali che l’hanno vista protagonista (dalla macchinazione per tagliare fuori Bernie Sanders dalla corsa alla candidatura democratica, fino alla cancellazione illegittima di circa 33.000 mail, considerabile como reato federale) più che salvatrice, potrebbe essere il male minore. Ma l’ ultima parola spetterà agli statunitensi, chiamati alle urne per l’ 8 novembre. Saranno loro a decidere chi, tra Clinton e Trump, sia il male minore.