M5S: caccia alle firme per Regolamento e Non statuto
“Belìn! Ma non hai ancora votato? Vota subito l’aggiornamento del Non Statuto e del Regolamento M5S”. Così, via sms, Beppe Grillo incalza i militanti del M5S ad esprimersi sulle modifiche del Non statuto e del Regolamento, promosse a partire dallo scorso 27 settembre.
M5S: si voterà sino al 26 ottobre per regolamento e Non Statuto
Ad undici giorni dalla chiusura della votazione (si voterà sino al 26 ottobre), la caccia a chi non si è ancora espresso è partita. Repubblica, infatti, cita l’articolo del Codice civile (il 21 n.d.r), che dispone che nel caso di associazioni – come il M5S – “per modificare l’atto costitutivo e lo statuto, se in essi non è altrimenti disposto, occorrono, la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti”. Una caccia al quorum che, secondo il quotidiano romano, dovrebbe portare ad esprimersi almeno 100.000 dei 130.000 iscritti, calcolati “secondo le ultime dichiarazioni”.
Nel caso in cui ciò non avvenga, comunque, ci dovrebbe essere una exit strategy. “La nostra non è un’assemblea fisica, è online, e davanti a un giudice sarà sufficiente dimostrare che abbiamo fatto il massimo per rispettare gli obblighi di legge. Per questo è necessario raccogliere il maggior numero di firme possibile” hanno spiegato i vertici a Repubblica. Per il Corriere della Sera, invece, di questo punto hanno discusso Davide Casaleggio con Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, durante il loro incontro a margine della visita alla camera ardente del compianto Dario Fo.
M5S: centrale nodo su espulsioni
Su due punti saranno chiamati a pronunciarsi gli attivisti. Il primo è integrazione delle norme del Non statuto con quelle del Regolamento attraverso una modifica all’articolo 5 e l’introduzione dell’articolo 8 che recita: “Il Non statuto è integrato dalle disposizioni contenute nel Regolamento” pubblicato sul blog di Beppe Grillo.
Il secondo nodo cruciale sarà, invece, quello delle espulsioni. Secondo Repubblica, “le nuove regole sono state scritte per cercare di evitare i casi di ricorsi come quelli di alcuni espulsi di Roma e Napoli, che hanno vinto la loro battaglia in tribunale e che il Movimento è stato costretto a riammettere”. In questo senso, gli iscritti potranno scegliere tra due testi: uno che prevede le espulsioni e uno che le esclude. In entrambi i casi, comunque, si parlerà solamente di sanzioni disciplinari, su cui l’ultima parola sarà riservata al neonato comitato dei probiviri, al comitato d’appello e al capo politico
Nascono, quindi, il richiamo e la sospensione. Il primo da applicare nei casi “lievi”, la seconda in quelli gravi. Ovvero, con “mancanze che hanno provocato o rischiato di provocare una lesione all’immagine o ad una perdita di consensi del M5S, od ostacolato la sua azione politica“.
Nel caso dovesse passare il Regolamento senza espulsioni, saranno due i tipi di sospensione previsti: a tempo indeterminato per la mancanza di requisiti di iscrizione; una fino a 2 anni se le violazioni riguarderanno il regolamento, le regole di presentazione delle candidature e gli impegni assunti al momento della candidatura (se il soggetto è già eletto). Sarà sospeso anche chi rilascerà dichiarazioni pubbliche sul procedimento disciplinare a cui è sottoposto.
Espulsioni, ma non solo: le altre modifiche riguarderanno anche la disciplina delle candidature (che spetterà a capo politico e comitato d’appello) e le future revisioni al Regolamento e al non Statuto, sottoposte all’assemblea degli iscritti quando esse saranno proposte dal capo politico del M5S, ovvero da almeno un quinto degli iscritti. Le votazioni, inoltre, potranno essere ripetute su richiesta del capo politico o del 20% degli iscritti, qualora non abbia partecipato almeno 1/3 degli eletto
M5S unito ai funerali di Dario Fo
E, come sostiene il Corriere della Sera, mentre alcuni militanti “si stanno organizzando per boicottare il voto (e cresce il numero di attivisti che chiede un’assemblea nazionale)”, dopo gli scontri dei giorni precedenti tra i più ortodossi e i moderati, la riappacificazione nel M5S potrebbe non essere così lontana. Secondo il quotidiano di via Solferino, infatti, proprio i funerali in Piazza Duomo di Dario Fo potrebbero essere le “prove tecniche di pace tra le diverse anime dei Cinque Stelle”, dopo “il fallimento della reunion di Mirandola”. Alle esequie del premio Nobel ci saranno i vertici al completo, da Grillo a Davide Casaleggio, dal direttorio alle due prime cittadine Chiara Appendino e Virginia Raggi.