I redditi in Europa dal 1840 ad oggi, le mappe
Oggi il panorama della ricchezza e dei redditi in Europa è piuttosto chiaro, vi è un Nord ricco, un Est in crescita ma ancora decisamente più povero della media, e un Sud, Italia inclusa, che annaspa non riuscendo a tenere il ritmo dei progressi degli Stati settentrionali.
Ma è sempre stato così? Tra guerre, rivoluzioni, muri, dittature, la storia d’Europa degli ultimi 170 anni ha visto enormi cambiamenti, e i Paesi ricchi oggi non erano esattamente gli stessi nel XIX secolo, e neanche all’inizio del XX.
Vediamo cosa è cambiato, e dove
Redditi in Europa dal 1840, il declino e la resurrezione della Spagna,il dominio conteso tra Germania e Inghilterra
Una delle prime cose che saltano all’occhio è il costante benessere e il posizionamento ai primi posti della Svizzera, almeno dall’inizio del XX secolo.
E tuttavia almeno fino alla Seconda Guerra Mondiale rimane il Regno Unito il Paese più ricco, assieme, di volta in volta, alla Norvegia o ai Paesi Bassi.
Altri mutamenti a Ovest: se nel 1840 Francia e Spagna apparivano più ricche degli Stati tedeschi e dell’Italia, nel 1913 la Germania unita dopo un’industrializzazione poderosa, aveva raggiunto la Francia, e lasciato indietro Spagna e Portogallo, divenute tra i Paesi più poveri, a livelli analoghi a quelli della Russia pre-rivoluzione e dei Balcani.
L’Italia rimaneva a un livello medio, fino al 1938, quando era ricca quanto Ungheria, Cecoslovacchia, Paesi Baltici, ancora non conquistati dal comunismo.
Nel 2013 siamo invece affiancati a Francia e Spagna, e più prosperi dell’Est Europa. Seppur in declino, godiamo ancora dei frutti della crescita post-bellica.
E’ la Germania però, assieme ad Austria, Benelux e Scandinavia, a guidare la classifica dei redditi in Europa, più avanti anche del Regno Unito, superato anche dall’Irlanda.
A Est dopo i decenni di comunismo si avvicinano Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, mentre Ucraina e Moldova rimangono tra i più poveri come Bosnia, Kossovo e Albania.
Sarebbe interessante rivedere queste mappe chissà, nel 2060-2070 per vedere se il nostro declino si sarà fermato o meno e che faccia avrà allora l’Europa.