Venezuela sempre più nel baratro: annullato referendum revocatorio su Maduro
È quanto si apprende da una moltitudine di testate. Il “Consejo Nacional Electoral” (affine al governo chavista) ha annullato il referendum revocatorio che grava su Maduro. L’istituzione deputata al controllo del processo elettorale assicura che la raccolta firme non è stata conforme alla legge. Pertanto, il referendum revocatorio sull’attuale presidente Nicolas Maduro, è cancellato. L’opposizione grida al “golpe istituzionale”. Maduro e il CNE assicurano che ci siano stati brogli in quasi tutte le sedi di raccolta firme.
Venezuela: Maduro si “blinda” fino al 2018
Congiuntamente a una interminabile crisi economica, dovuta principalmente al basso valore del greggio, si inaspriscono le fratture socio-politiche. L’opposizione al governo chavista, identificata nella MUD, è stato il maggior artefice della raccolta firme per il referendum revocatorio. In primis, si sarebbe dovuto celebrare agli inizi del 2017. La gran maggioranza dei sondaggi e degli ultimi risultati elettorali davano un certo margine di vantaggio all’opposizione. Ciò nonostante, nella giornata di ieri (21 ottobre) il CNE ha invalidato la raccolta firme e cancellato il referendum. Nel caso non dovesse essere ribaltata la decisione del CNE, si andrebbe a votare direttamente nel 2018.
L’opposizione chiama a raccolta il popolo per marcia su Caracas
Uno dei leader della MUD, Henrique Capriles, assicura che l’ordine costituzionale è stato totalmente sovvertito dal governo chavista. La Mesa de Unidad Democrática ha lanciato una “chiamata a raccolta” di tutta la popolazione anti-madurista, per una imponente marcia su Caracas. L’obiettivo, per Capriles, è quello di ristabilire l’ordine costituzionale, garantito per legge. A differenza delle proteste di poche settimane fa, la MUD parla di “toma de la Capital” (ovvero, prendersi Caracas). I toni dell’opposizione venezuelana s’inaspriscono con il passare dei giorni. Capriles promette che “non staranno a guardare mentre il Venezuela sprofonda nel baratro”
Il 26 ottobre, data chiave per Venezuela?
La “toma de Caracas” sembra voler essere il contrattacco definitivo dell’opposizione contro il governo di Maduro. Si aspettano le reazioni dei Paesi vicini. L’UNASUR (la maggior organizzazione politica regionale) potrebbe svolgere un ruolo importante nella mediazione tra le parti. Ciò nonostante, i recenti contrasti di Maduro con Temer (Brasile) e Macri (Argentina), non lasciano presagire nulla di positivo. Per il paese precursore della “revolución bolivariana”, lo spettro di una guerra aperta tra maduristi e opposizione si fa sempre più concreta.