“Il Presidente della Repubblica è favorevole al referendum costituzionale che pone fine al bicameralismo perfetto”. Eugenio Scalfari, nel suo consueto fondo domenicale, rivela sotto forma di indiscrezione la posizione di Sergio Mattarella sul referendum del prossimo 4 dicembre. Lo fa riferendosi ad una chiacchierata informale avuta “da qualche tempo” con lo stesso Capo dello Stato. Secondo il fondatore di Repubblica, il parere favorevole di Mattarella non è solo legato alla “fine del bicameralismo perfetto” ma anche alla situazione politica che si verrebbe a creare in caso di vittoria del “No”. Scrive Scalfari: “O la va o la spacca. La partita è decisiva per il prosieguo del governo Renzi ed è per questa ragione che, secondo me, anche il Capo dello Stato è favorevole alla suddetta linea”. La notizia riportata da Scalfari non ha raccolto un grande interesse nel dibattito politico e giornalistico probabilmente perché la posizione riportata da Scalfari è il frutto non di dichiarazioni ufficiali ma di “quattro chiacchiere” tra il fondatore di Repubblica e il Capo dello Stato. Ieri, comunque, il Quirinale non ha né confermato né smentito la ricostruzione di Scalfari.
Mattarella e il referendum costituzionale
Non è comunque la prima volta che il Quirinale interviene parlando del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Ma Sergio Mattarella, mantenendo intatta la propria funzione di arbitro, non ha mai esplicitamente preso posizione a favore dell’uno o dell’altro schieramento. Nei suoi diversi interventi da febbraio ad oggi, il Presidente della Repubblica ha sempre parlato della modifica della Carta come di un passaggio “importante” per il nostro paese senza mai entrare nel merito della riforma, cercando di mantenersi equidistante dalle diverse posizioni.
Il primo intervento pubblico di Mattarella sulla riforma risale all’11 febbraio scorso quando alla Columbia University di New York disse: “L’Italia attraversa un periodo di cambiamento, sotto il profilo sia politico sia economico. Dopo anni di dibattito, il Parlamento sta per approvare definitivamente un’importante riforma della Costituzione che trasforma il ruolo del Senato da seconda Camera politica in Assemblea rappresentativa delle Regioni e dei poteri locali”. Poi, in aprile Mattarella scrisse un articolo per il numero speciale (“Il cammino della Repubblica”) della rivista ItalianiEuropei, da molti interpretato come un endorsement per il “Sì”. “La Repubblica deve sapersi rinnovare – scriveva il Capo dello Stato –, deve dotarsi di strumenti più efficaci e trasparenti, riconquistarne la piena fiducia indebolita in anni di crisi economica, di minor fertilità del circuito democratico”. Sebbene l’intervento di Mattarella potesse sembrare un sostegno alla causa di Renzi, in realtà come scrisse in quell’occasione Marzio Breda sul Corriere della Sera, Mattarella in quell’occasione non si riferiva alla stringente contingenza politica quanto a qualcosa di più generale e soprattutto “più alto” come il futuro della nostra Repubblica. Un mese fa il Capo dello Stato è tornato a parlare di referendum quando, in visita a Sofia, ha cercato di placare le polemiche causate dall’uscita dell’ambasciatore americano in Italia, John Phillips, a favore del “Sì”: “la sovranità resta agli elettori italiani” aveva replicato Mattarella.
CheScalfari annunci il Si di Mattarella o che il Presidente ne faccia il suo tramite,lascia basiti.E il galateo istituzionale?Solo parole…
— Augusto Minzolini (@AugustoMinzolin) October 24, 2016
Referendum, centrodestra contro il Capo dello Stato
Alla lettura dell’editoriale di Scalfari di ieri, una parte dell’opposizione ha protestato contro la posizione – sebbene non confermata – del Quirinale. In primis Augusto Minzolini con un tweet al vetriolo: “Che Scalfari annunci il Si di Mattarella o che il Presidente ne faccia il suo tramite, lascia basiti. E il galateo istituzionale?Solo parole…”. A ruota, arriva anche la dichiarazione del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che a Radio Cusano Campus definisce “imbarazzante” la “scelta di Mattarella di schierarsi per il Sì”. “Mattarella non è un arbitro imparziale – conclude il leader del Carroccio –, ha la maglietta e sta giocando apertamente in campo con una delle squadre. Ma gli italiani ormai non aspettano più che il capo bastone di turno gli spieghi cosa fare da grande”.
@salvini_giacomo