Sondaggi USA 2016: la situazione al 27 ottobre
Hillary Clinton sembra in grado di controllare la situazione. Questo lo scenario dell’analisi del trend dei sondaggi USA 2016 dell’ultima settimana, ad ormai poco più di di 10 giorni dall’election day del prossimo 8 novembre, che sancirà quale sarà il nuovo Presidente americano.
Quella che sembra ormai emergere è una certa tendenza alla sedimentazione del consenso in gran parte dei 50 Stati, compresa una buona fetta dei cosiddetti swing states, gli Stati più in bilico che decideranno la corsa per le presidenziali 2016.
Prima di entrare nel dettaglio Stato per Stato, va detto però che a confermare una certa cristallizzazione del consenso è anche l’analisi dei sondaggi condotti sul piano nazionale, che vedono la Clinton mantenere un vantaggio stabile di circa 5-6 punti sullo sfidante repubblicano Donald Trump, come già sottolineato nei sondaggi della settimana scorsa.
Tra i sondaggisti affidabili più generosi nei confronti del tycoon repubblicano vanno annoverati Fox News e IBD/TIPP, che vedono l’ex first lady sempre avanti ma solo di 1-3 punti. Più chiara la situazione invece per IPSOS (+5% Clinton) e ABC/Washington Post (+6%).
Partendo dal presupposto che, nonostante il voto nazionale non sia direttamente decisivo per la scelta del nuovo Presidente, nella storia delle elezioni presidenziali USA la vittoria sul piano nazionale ha quasi sempre significato l’ascesa alla Casa Bianca (con l’eccezione, negli ultimi 150 anni, della discussa elezione di George W. Bush nel 2000), passiamo all’analisi dei sondaggi nei singoli Stati.
Focalizzando l’attenzione sugli swing states, emerge una tendenza di fondo piuttosto statica. A “muoversi”, in particolar modo, sono 3 swing states storici come Ohio, Iowa e Florida, oltre alla sorpresa Arizona. Tuttavia, le notizie migliori riguardano – ancora una volta, nelle ultime settimane – Hillary Clinton.
Le variazioni intercorse in tutti e 4 gli Stati al centro della nostra attenzione evidenziano una riduzione della forbice tra i 2 principali candidati. In realtà, se i cambiamenti occorsi in Florida, Iowa ed Ohio non fanno altro che confermare la loro caratteristica di Stato tradizionalmente in bilico – riequilibrando piccoli smottamenti delle settimane precedenti, favorevoli a Clinton in Florida ed a Trump in Iowa ed Ohio – più interessante è l’evoluzione dell’Arizona.
Lo Stato della fascia sud-ovest degli USA è dal 1948 quasi ininterrottamente – ad eccezione delle presidenziali ’96 – un feudo repubblicano. Inoltre, nelle ultime 4 elezioni il candidato repubblicano si è sempre affermato con un vantaggio di oltre 6 punti sull’avversario dem.
Stando invece al trend degli ultimi sondaggi, l’appeal di Donald Trump starebbe drasticamente scemando. SurveyMonkey – ma soprattutto Monmouth – accreditano il candidato GOP di appena un punto di vantaggio sulla Clinton, mentre anche IPSOS conferma una consistente riduzione del gap (+2 Trump, decisamente inferiore rispetto al +6 registrato dallo stesso istituti un paio di settimane prima).
Sondaggi USA 2016: Clinton controlla la situazione
Cosa cambia a livello di mappa elettorale? Stando ai freddi numeri, ad aumentare è soprattutto l’incertezza, con un nuovo affollamento dell’area “grigia” – cioè quella comprendente gli Stati più in bilico, con un distacco medio ridotto a non più di 3 punti – con il rientro in tale fascia di Florida e Iowa e l’ingresso per la prima volta dell’Arizona.
Contestualmente, cala il bottino sia di Hillary Clinton che di Donald Trump. L’ex first lady “perde” la Florida, scendendo nuovamente a 272 Grandi Elettori, tra safe states (cioè Stati quasi sicuramente vinti, a meno di clamorosi ribaltoni) e tendenzialmente dem. Va un pò meglio a Trump, cui sfuggono “solo” i 17 Grandi Elettori di Iowa ed Arizona, scendendo a quota 181.
Il risultato di tutto ciò è però ambivalente. Anzi, in realtà sorride ancora alla Clinton. Se infatti si registra una riduzione del gap – con Trump che “recupera” 12 Grandi Elettori, passando da -103 a -91 – va anche detto che l’ex first lady continua a mantenersi sopra quota 270 (la maggioranza assoluta dei Grandi Elettori) ormai da più di un mese. E lo smacco subito da Trump in Arizona non è certo il miglior biglietto da visita ad un passo dall’election day. Rendendo così sempre più flebile la speranza di coronare un’incredibile rimonta.
(immagine elaborata grazie a 270towin)