Venezuela: guerra aperta tra Maduro e opposizione
Venezuela: opposizione pressiona Maduro con sciopero generale
Ormai è guerra aperta e dichiarata tra la MUD (Mesa de Unidad Democrática) e il regime chavista. Dopo l’annullamento del referendum revocatorio che gravava su Maduro, l’opposizione ha risposto energicamente. La MUD ha chiamato a raccolta – per il 26 ottobre – tutta la popolazione contraria a Maduro, per “prendersi la capitale” venezuelana (Caracas). Contestualmente, Papa Bergoglio ha provato a mediare tra le parti. Mediazione fallita per via dell’intransigenza dell’opposizione.La stessa MUD ha convocato, per la giornata odierna, uno sciopero generale. Il governo ha risposto con forza in entrambi i casi. Nel frattempo, Human Rights Watch avverte: “cibo e medicazioni scarseggiano. Situazione è critica.” La manifestazione più imponente potrebbe prodursi il 3 novembre, una data da cerchiare in rosso.
Venezuela, 26 ottobre: marcia su Caracas. Governo blocca circolazione per evitare affluenza massiva
Comincia così una settimana probabilmente decisiva per le sorti del Paese. La MUD ha chiamato a raccolta il proprio elettorato e tutti gli oppositori del governo di Maduro. L’imponente marcia, denominata “toma de Caracas”, ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone. Dal governo, arriva l’ordine di bloccare le strade per impedire una affluenza eccessiva. Lo stesso giorno della “toma de Caracas”, la MUD annuncia l’organizzazione di una manifestazione ancor più imponente e simbolica: la marcia al “palacio presidencial de Miraflores”. Da 14 anni la popolazione venezuelana non manifesta con una marcia verso il palazzo presidenziale. Nel 2002, la marcia si concluse con una mattanza di 19 persone e l’allontanamento di Chavez per tre giorni.
Venezuela, oggi: MUD proclama sciopero generale. Maduro schiera l’esercito
Dopo la mediazione fallita di Papa Francesco, la MUD continua la sua guerra al governo chavista. La Mesa de Unidad Democrática ha proclamato uno sciopero generale “per manifestare contro il regime che ha martorizzato lo stato di diritto”. La risposta del governo non si è fatta attendere: Maduro assicura un incremento del 40% del salario nominale base. Ciò nonostante, l’elevato tasso d’inflazione (che il FMI stima attorno al 475% in 12 mesi) rischia di annullare qualsiasi provvedimento a favore della ripresa. Maduro vuole utilizzare l’esercito venezuelano per contrastare lo sciopero generale, “per controllare la regolare erogazione dei servizi pubblici”.
Venezuela: il 3 novembre è il D-Day?
L’ultima “marcha al palacio de Miraflores” portò alla destituzione di Chavez per tre giorni. Considerando i presupposti – di una guerra aperta e dichiarata dal MUD al regime chavista – si profila la possibilità di un golpe di stato. Maduro non cede di un millimetro e non è intenzionato a revocare – in nessun modo – la decisione presa dal CNE sul referendum che avrebbe potuto destituirlo. La popolazione, nel frattempo, sembra schierata sempre più con l’opposizione o, almeno, contro l’attuale presidente. Giovedì 3 novembre sarà l’ultimo giorno da presidente di Nicolas Maduro?