Referendum: come e quante volte è stata riformata la Costituzione?
Il Corriere della Sera ha elaborato un interessante ricapitolazione delle riforme costituzionali. 16 in totale, a partire dal 1963, anno in cui si riformano gli articoli 56 e 57 (su composizione di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica). Quali sono state le maggiori riforme costituzionali da allora?
Riforme costituzionali: cambia un articolo (e mezzo) per riforma.
Dal 1963 fino al 2012 (anno dell’introduzione dell’ultima legge di rango costituzionale) ogni riforma ha previsto la modifica di uno o al massimo due articoli. Fa eccezione la riforma del titolo V del 2001. Risalta l’istituzione della regione del Molise (1967). Si disciplina sulle prerogative, sui poteri e i diritti dell’esecutivo, dell’organo legislativo e del Presidente della Repubblica. Per quest’ultimo, viene introdotto il cosiddetto “semestre bianco” (1991) in cui, nell’ultimo semestre di presidenza, non ha la facoltà di sciogliere le camere. Nel 1993 si ridefinisce l’immunità parlamentare (con la modifica dell’art.68 della Costituzione). Tra le riforme riguardanti i diritti civili, troviamo la disciplina costituzionale dell’amnistia e indulto (1992), il principio del giusto processo (1999) e, in tempi recenti, l’abolizione della pena di morte (2007).
Le grandi riforme del titolo V
Tra 1999 e 2001, il titolo V – che disciplina il rapporto tra Stato e Regioni – viene profondamente modificato. Nel 1999 si assicura l’elezione diretta dei governatori. Nel 2001, il governo Berlusconi riforma il titolo V puntando sul decentramento del potere. In realtà, l’intero percorso Repubblicano è stato segnato dalla tendenza a decentralizzare il potere verso le regioni. Con la riforma costituzionale proposta dal governo Renzi, si attua in direzione di un maggior accentramento.
Referendum: una riforma costituzionale che modifica più articoli di tutte le altre riforme messe insieme
È ciò che si evince da un semplice calcolo. A fronte dei poco più di venti articoli modificati dalle 16 riforme costituzionali (tra 1963 e 2012) si passa ai 47 della riforma Boschi. Tra le maggiori innovazioni, la clausola di supremazia e il depotenziamento del senato. Tra gli effetti principali provocati dalla riforma, viene favorita la governabilità piuttosto che la rappresentatività di interessi locali e regionali. Una riforma costituzionale di così ampio respiro, può approssimarsi a un vero e proprio processo costituente. Attualmente, la maggior parte dei sondaggi favorisce il fronte del ‘No’. La manifestazione a favore del ‘Si’ in Piazza del Popolo ha visto una scarsa partecipazione popolare. Ciò nonostante, tutto può cambiare nel giro di un mese. Renzi è pronto al rush finale ed è disposto a tutto pur di “portare a casa” la riforma costituzionale più estesa della storia italiana.