Renzi show sul palco di Piazza del Popolo
Un intervento di oltre mezz’ora del segretario generale ha chiuso la kermesse del PD. Renzi ne ha per tutti: per le opposizioni politiche (in particolare M5s) e per la stessa minoranza dem. Divaga dalla politica interna a quella estera e riesce ad emozionare il pubblico presente.
#Sivainpiazza, Renzi spara a zero su opposizioni e minoranza dem
L’evento è stato annunciato con l’hashtag #sivainpiazza. Al raduno, decine di migliaia di sostenitori del PD e del “Si” alla riforma costituzionale. L’evento più atteso era, ovviamente, l’intervento di chiusura di Matteo Renzi. Il premier comincia la sua orazione in orario, alle 17:00 in punto. Dopo una breve introduzione sull’ammissione che “si sarebbe potuto fare di più”, spara a zero sulle opposizioni. Per Renzi, “la politica è competenza e onestà, non solo onestà, onestà, onestà“. Chiede ai suoi sostenitori di non lasciare frigoriferi in piazza (come chiaro riferimento a quello che è stato definito “il complotto dei frigoriferi”) per evitare che si gridi al complotto. La folla applaude, ride, acclama il suo leader. Ne ha per tutti. Anche per la minoranza dem. Nonostante la presenza di Gianni Cuperlo, Renzi chiede con veemenza un ricompattamento, necessario per portare avanti il riformismo di sinistra. Assicura che “negli Stati Uniti, Bernie Sanders, per quanto abbia perso contro Hillary nelle presidenziali democratiche, non si è messo a fare il tifo per Donald Trump”. Il riferimento a Bersani è abbastanza evidente.
Renzi fa campagna per Obama e attacca Orban, Unione Europea e Lega Nord
Il premier si dice estremamente preoccupato dalla possibile vittoria di Trump negli Stati Uniti, specialmente dopo “gli avvenimenti di oggi”. Il Premier evita di utilizzare le parole “indagine federale” per descrivere realmente ciò che sta succedendo negli USA. Per Matteo, “Obama ci insegna che è fondamentale investire per uscire da un periodo di recessione” (anche se chi lo insegnò per primo fu John A. Keynes, ndr.) e che per questo “non accetteremo mai di inserire un altro fiscal compact nei trattati comunitari”. Da lì, è un climax emotivo per il premier che riprende l’alterco con Orban.
Il primo ministro, arrabbiato, afferma che Orban “deve sciacquarsi la bocca prima di parlare dell’Italia”. Dalla “sentenza” su Orban chiude il cerchio sul tema comunitario parlando di una proposta dall’alto valore simbolico. Renzi vuole portare, davanti alle sedi comunitarie, un relitto (recuperato dalla marina militare italiana) in cui sono morti centinaia di migranti. “Dobbiamo aiutarli qui e anche a casa loro, certo” afferma il segretario. “Ma non come fanno i leghisti in Tanzania” – riferendosi allo scandalo che colpì la Lega ai tempi di Bossi.
Renzi, chiusura su referendum: è punto di partenza, non di arrivo
Finalmente, dopo aver attaccato tutte le opposizioni politiche e la stessa minoranza dem, Renzi parla del referendum. Non entra nel merito delle singole questioni, ma prova a definire cosa rappresenta questa riforma. Per Renzi “la riforma non è altro che un punto di partenza. Dovesse vincere il No, sarebbe un ritorno al passato, di oltre 30 anni”. La stagione delle riforme, per il premier, è stata voluta da tutti (in un principio) e pertanto non riesce a spiegarsi come “alcuni che abbiano votato per sei volte ‘Si’ alla riforma, adesso si oppongano”. Anche in questo caso, Renzi scocca una freccia contro la minoranza dem.
Secondo il premier, il vero Partito della Nazione è quello che va “da Brunetta a Travaglio, dalla Lega ai 5 Stelle. Il Partito della Nazione è il Partito del ‘No’ che vuole bloccare la crescita del Paese”. Tra gli altri commenti, risalta il valore dell’attuale Presidente della Repubblica (“sono orgoglioso di Mattarella”) e risponde a D’Alema in merito al “voto generazionale”. Per finire, Renzi lancia un invito ai presenti. Che “dedichino una sera a settimana per parlare del referendum con qualcuno”. Per lui, il PD costruisce, prima di tutto, “delle comunità”. L’ultima frase è da slogan: “Viva il PD, viva l’Italia che dice ‘Si'”.
Il resoconto: Renzi contro tutti
Il premier ha elargito parole dure per le opposizioni e per la stessa minoranza dem, punzecchiata più e più volte durante il discorso. Rimarca l’idea di un “aut-aut”, che è una scelta tra passato e futuro. Renzi attacca ed è a suo agio nell’importante piazza capitolina. A 36 giorni dal referendum, il premier prova a recuperare lo svantaggio accumulato. Per farlo, si affida all’attacco frontale contro i sostenitori del ‘No’, mentre predica l’apertura al dialogo.