La mappa più dettagliata delle aree sismiche italiane, poche zone si salvano
Dopo la serie di terremoti che dal 24 agosto con la distruzione di Amatrice e Accumoli fino alle scosse di Norcia, miracolosamente senza vittime, ha colpito la fascia appenninica del Centro Italia, torna attuale la domanda su quali siano le aree più a rischio in Italia.
La mappa dell’Istituto Nazionale di Geofisica è tra le più dettagliate, e non a caso divide il Paese in 12 aree da quelle meno sismiche a quelle che lo sono di più.
Naturalmente una delle ratio alla base è l’esperienza dei terremoti passati, oltre alla presenza di faglie.
Poche le zone a pericolosità zero o molto bassa, giusto l’Alto Adige, neanche tutto, la zona del Piemonte orientale e l’Insubria, la Sardegna, l’unica regione interamente libera dall’incubo terremoti, e il Salento.
Se passiamo alle aree a pericolosità media, allora gran parte del Nord è incluso, a vari livelli. Per esempio le Alpi occidentali, la Lombardia meridionale, quasi tutta la Toscana, il sud del Veneto, il Nord del Lazio.
Il resto è a pericolosità elevata o alta, anche aree che non hanno avuto terremoti devastanti di recenti ma che gli scienziati sanno essere ad alto rischio, come la pedemontana veneta, fino al Friuli dove dopo il 1976 il rischio rimane elevatissimo.
Naturalmente tutta la fascia appenninica compresa però la pianura emiliana dopo le scosse del 2012.
E giù giù nelle aree colpite ora, fino alla Sila, colorata di bluette, indicante il pericolo massimo. La Calabria non è stata colpita recentemente, ma è molto a rischio. Naturalmente l’Irpinia e l’appennino abruzzese.
In Sicilia è l’area dietro Siracusa quella più al pericolo, ma dopo il terremoto di Messina e Reggio del 1908 e quello del Belice del 1968, anche altre zone, con la parziale eccezione di Trapani ed Agrigento.
Aree sismiche in Europa, Italia e Grecia in testa
Non solo, anche diverse aree d’Europa sono a rischio, un pericolo che non è distribuito equamente, perchè coinvolge soprattutto l’area Sud ed Est del continente, ancora più dell’Italia, l’Albania e la Grecia, prosecuzione di quella catena che dalle Alpi va giù giù poi alla Turchia e oltre.
Slovenia e Nord della Romania sono ugualmente in pericolo, come l’Islanda nelle aree dei vulcani.
Minori focolai di pericolo qua e là tra Francia, Germania, Belgio, lungo il Reno, e poi Lisbona, già colpita da un catastrofico terremoto nel 1706