Anche questa settimana il sondaggio presentato da Pagnoncelli a Ballarò conferma determinate tendenze e ne rileva di nuove. In primo luogo notiamo che la coalizione di governo formata da Pd, Pdl e Udc cresce se pur di pochissimo; al di là dell’oscillazione, però, è utile notare come i partiti che sostengono Monti non sembrano eccessivamente penalizzati da questa coabitazione forzata.
INTENZIONI VOTO DI LISTA |
13/03/2012 |
FS (Prc-Pdci) | 2,70% |
Sel | 6,80% |
Pd | 27,50% |
Lista Bonino-Pannella | 0,30% |
Partito Socialista | 0,90% |
Reti civiche-Verdi Europei | 1,30% |
IDV | 8,40% |
Mov 5 stelle | 4,50% |
Udc | 8,40% |
Api | 1,00% |
Mpa | 0,30% |
Fli | 4,10% |
Pdl | 22,20% |
Lega Nord | 9,80% |
La Destra | 1,10% |
altri | 2.2% |
totale | 100,00% |
indecisi+non voto+non indicano | 45,20% |
Per quanto rigurada “le opposizioni” non notiamo oscillazioni eccessive in nessun partito. In particolare il partito di Vendola non sembra approfittare di una situazione che potrebbe far aumentare i consensi di Sel. Paradossalmente soltanto l’ Idv di Di Pietro, che ha votato la prima fiducia al governo Monti, risulta elettoralmente avvantaggiata da questa situazione.
[ad]Stupiscono infine le percentuali di Fli e del Mov 5 stelle. Il partito di Fini, infatti, è stato per qualche mese vicino al 3% in seguito ad una flessione importante, dopo il primo slancio iniziale determinato dall’uscita del Pdl e dalla esposizione mediatica del leader Gianfranco Fini.
Oggi Futuro e Libertà appare più forte sopratutto considerato che con l’avvicinarsi delle elezioni Fini tornerà senza dubbio nell’arena determinando una maggiore crescita della formazione che oggi forma il Terzo Polo.
Il movimento di Grillo continua a crescere nonostante qualche polemica interna. Difficile capire l’effettivo potenziale elettorale dei grillini ma ad oggi la lista 5 stelle ottiene molti consensi e per il centro-sinistra (il Piemonte docet) potrebbe essere un serio problema.
Sondaggio Emg: La 7
INTENZIONI VOTO DI LISTA |
12/03/2012 |
FS (Prc-Pdci) | 2,30% |
Sel | 8,20% |
Pd | 25,60% |
Radicali | 0,50% |
Partito Socialista | 1,30% |
Reti civiche-Verdi Europei | 1,50% |
IDV | 7,10% |
Mov 5 stelle | 4,90% |
Udc | 7,30% |
Api | 0,40% |
Mpa | 0,90% |
Fli | 3,40% |
Pdl | 23,70% |
Lega Nord | 8,80% |
La Destra | 1,40% |
altri | 0,60% |
Totale | 100,00% |
Grazie al sondaggio pubblicato su La 7 possiamo paragonare alcuni dati. Concentrandoci quindi solo sulle differenze più rilevanti notiamo come il Pd si attesta ben 2 punti percentuali sotto rispetto al sondaggio di Pagnoncelli mentre il Pdl guadagna un punto e mezzo.
Ma anche tra i partiti minori notiamo evidenti variazioni: Sel segna un +1,5% rispetto al primo sondaggio mentre Lega e Idv perdono circa un punto e mezzo a testa. Inoltre anche il Terzo Polo vede Fli e l’ Udc con percentuali inferiori di un punto circa rispetto al sondaggio di Ballarò.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)
Le uniche costanti tra i due sondaggi sembrano essere i valori del Mov 5 Stelle e (in misura minore) il valore dell’ Fds.
[ad]I due sondaggi appaino quindi molto doversi ma in realtà, al loro interno, evidenziano una certa logica. Infatti osservando i valori dei partiti della stessa area notiamo come nel secondo sondaggio ad una diminuzione del Pd corrisponde una crescita di di Sel. La stessa dinamica, a parte inverse, si riscontra tra Pdl e Lega con il partito di Bossi che pare cedere un punto percentuale al partito guidato da Alfano.
Inoltre, in entrambi i sondaggi i valori di Idv e Udc appaiono identici a dimostrazione che i dubbi del Pd rispetto a quale alleanza costruire nel 2013 sono anche (se non solo) una questione di numeri.
In definitiva i due sondaggi, con numeri e percentuali diversi descrivono dinamiche molto simili, infatti, non è un caso, che sommando i voti delle coalizione di centro-destra (Pdl+Lega) e di centro-sinistra (Pd+Idv+Sel) abbiamo risultati praticamente identici nei due sondaggi proposti e, in entrambi i casi, il centro-sinistra viene dato in vantaggio di circa 10 punti percentuali.
Nb: Il sondaggio Emg non riporta la percentuale rappresentata dall’area del non voto.