Rinvio del referendum, perchè alletta berlusconiani e renziani
Come spesso accade non si sa chi ha cominciato a proporre un rinvio del referendum, è una voce che ha cominciato a circolare tra i media, con affermazioni a mezza bocca, l’ultima quella del ministro degli interni Alfano, e tante smentite, come quelle di Renzi e dell’opposizione.
E però ci sono ragioni politiche, che a dispetto degli ostacoli pratici, rimangono forti e spingerebbero verso un rinvio senza precedenti, almeno da quando sotto Goria si anticipò il referendum sul nucleare.
Così il Corriere oggi riferisce dell’azione frenetica di Gianni Letta, che ha provato a portare Silvio Berlusconi dalla parte del partito del rinvio, con uno scopo, ottenere la modifica dell’Italicum.
Il rinvio del referendum sarebbe legato a doppio filo alle modifiche dell’Italicum
Sì, perchè se ci fosse un rinvio ad aprile, ci sarebbe tutto il tempo per una modifica della legge elettorale, magari con l’introduzione delle coalizioni, che gioverebbe fortemente al centrodestra.
E cosa ne verrebbe a Renzi e al PD da una tale modifica? Che verrebbe digerita molto male, per altro, da parte dei renziani più puri, difensori strenui del’Italicum. Cosa compenserebbe l’impopolarità di questi giochi politici che arriverebbero alla sospensione di una consultazione popolare?
Sarebbe il cambiamento di posizione del Cavaliere: una volta ottenuta la modifica dell’Italicum, Berlusconi non avrebbe più motivo per osteggiare apertamente una riforma che in fondo prevede cambiamenti che egli stesso per anni ha invocato.
Dopo un più netto pronunciamento a favore del No gli elettori di Forza Italia, fino ad oggi piuttosto timidi o disinteressati alla riforma, si sono schierati più nettamente aumentando le percentuali del No.
Il segmento degli elettori berlusconiani può essere l’ago della bilancia, lo sanno tutti, anche da qui le insistenze degli ex protagonisti del centrodestra come Verdini che vorrebbero riportare il Cavaliere al Patto del Nazareno.
Si tratta tuttavia quasi sicuramente di elucubrazioni. Un rinvio ormai a meno dell’accordo di tutti sarebbe un boomerang in termini di popolarità. Per quanto intimamente favorevole Renzi non se lo può veramente permettere.
E molto probabilmente a sentire l’avvocatura dello Stato non ci sarebbe la sponda della Consulta, che rispondendo al ricorso di Onida in ogni caso non avrebbe il potere di sospendere il referendum anche solo per avere il tempo per emettere una sentenza