Silvio Berlusconi avrebbe proposto a Matteo Renzi un patto per il rinvio del referendum costituzionale. A rivelarlo è Ugo Magri sulla Stampa.
L’ambasciata al premier sarebbe stata condotta da un personaggio “che vuole rimanere fuori dai riflettori”. Nessuna intermediazione di Gianni Letta, Luca Lotti o Denis Verdini.
Referendum costituzionale, la proposta di Berlusconi
Il contenuto del messaggio era più o meno questo: stoppare il referendum e rinviarlo per risparmiare risorse e destinarle ai terremotati (si parla di 300 milioni). In cambio si chiede la modifica dell’Italicum “cancellando il ballottaggio” e quella della riforma costituzionale su tre punti precisi: “elezione diretta dei futuri senatori, maggiori poteri alle Regioni, quorum più alto per eleggere il capo dello Stato e le alte magistrature”.
Referendum costituzionale, la risposta di Renzi
Secondo il pensiero di Berlusconi, le modifiche apportate raccoglierebbero il gradimento di sinistra e Pd. La proposta è stata però rispedita al mittente da Matteo Renzi. Scrive La Stampa:
La risposta di Renzi è pervenuta quasi in tempo reale, ancora prima che il Cav ricevesse a pranzo Brunetta, leader indiscusso dei berlusconiani duri e puri. Ha fatto sapere, il premier, che della riforma costituzionale non cambierà un bel nulla, perché toccare una sola virgola sarebbe un’umiliazione troppo grande per chi, come lui, ci ha messo la faccia. Perderla sul Senato sarebbe perfino peggio che una sconfitta alle urne. E poi, ragionano i renziani, «chi l’ha detto che perderemo?».
Le voci di uno slittamento del referendum costituzionale sono state smentite anche dal Quirinale. Stessa sorte hanno subito le indiscrezioni che parlano di un nuovo patto del Nazareno in chiave anti Movimento 5 Stelle.
Al voto manca un mese esatto. Difficile che uno slittamento avvenga con così poco preavviso.