Referendum Costituzionale, coro unanime del governo: “No” al rinvio

Un “No” unanime da parte del governo all’ipotesi di rinviare il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Ad un mese esatto dalla consultazione, le più alte cariche dello Stato smentiscono le voci (e le richieste) circolate in questi giorni di posticipare il voto sulla riforma costituzionale dopo il terremoto che domenica ha colpito l’Umbria e le Marche. La richiesta era giunta mercoledì anche da un esponente di peso del governo Renzi, ovvero il Ministro dell’Interno e leader di Ncd Angelino Alfano. “Qualora una parte dell’opposizione chiedesse lo spostamento del referendum, mi unirei alla richiesta” aveva detto il titolare del Viminale. Ma da Palazzo Chigi era arrivato un niet piuttosto indispettito. E ieri si sono aggiunti anche il Quirinale e la stessa madrina della riforma costituzionale, Maria Elena Boschi. Tutta l’attenzione adesso si sposta sulla decisione del giudice di Milano Loretta Origo che – “non prima di 10 giorni” – valuterà se rinviare alla Corte Costituzionale il ricorso presentato (e ben scritto) dall’ex Presidente della Consulta, Valerio Onida, sullo “spacchettamento” del quesito. Solo in quel caso non ci sarebbe il tempo materiale per votare il 4 dicembre e così tutto sarebbe rimandato alla prossima primavera.

Referendum, il “No” di Renzi e Mattarella al rinvio

Ad un mese esatto dal referendum, tutti i principali istituti demoscopici danno in vantaggio il “No”, anche con margini piuttosto ampi (soprattutto al Sud). Ma, nonostante questo, Matteo Renzi non sembra minimamente intenzionato a darla vinta a coloro che chiedono il rinvio della consultazione. Dopo l’uscita di Alfano, prima Palazzo Chigi e poi lo stesso premier hanno smentito categoricamente questa ipotesi: “non esiste” ha detto Renzi a Radio 24. Inoltre, secondo un retroscena pubblicato stamani da la Stampa, ieri mattina sul tavolo del premier sarebbe arrivata una richiesta da parte di Berlusconi di spostare la consultazione al 2017 in cambio di modifiche al ddl Boschi e alla legge elettorale. Ma il premier, sempre secondo il quotidiano torinese che cita “autorevoli fonti”, non avrebbe nemmeno preso in considerazione la “provocazione” dell’ex Cavaliere perché lui “ci ha messo la faccia” sulla consultazione. “Stupore” e “sorpresa” invece è stata rilevata dal Quirinale, secondo la Repubblica. Sergio Mattarella, che nei giorni scorsi ha visitato le aree terremotate, ha negato un qualsiasi tipo di coinvolgimento nella discussione sul rinvio del referendum. Molti osservatori avevano notato la proposta di Pierluigi Castagnetti (grande amico di Mattarella) di rinviare il voto ma il Quirinale ha fatto sapere che non esiste alcun legame tra questa proposta e il pensiero del Presidente della Repubblica.

Boschi: il referendum si terrà il 4 dicembre

Nella serata di ieri, inoltre, ha preso la parola sul tema anche Maria Elena Boschi, madrina della riforma costituzionale che infatti porta il suo nome. “Abbiamo detto una cosa molto semplice – ha detto il Ministro delle Riforme a Piazza Pulita –, la data del referendum è il 4 dicembre e da parte nostra non c’è alcuna ipotesi di rinvio. Alfano ha preso in considerazione le richieste che arrivano dagli amministratori locali (dei territori colpiti dal sisma, ndr) preoccupati per lo svolgimento di voto ma il governo garantirà assistenza per le operazioni”.

Adesso l’unica ipotesi di rinvio potrebbe scaturire dalla decisione del tribunale di Milano sul ricorso di Onida. Ieri, però, la Presidente della Sezione Civile, Paola Maria Gandolfi, ha detto ai giornalisti che l’esito dell’esame non sarà comunicato prima di 10 giorni (ovvero non prima del 14 novembre). Ma proprio il 14 novembre gli italiani all’estero inizieranno a votare e quindi la data del 4 dicembre difficilmente potrà saltare.

@salvini_giacomo