Crescono le compravendite immobiliari grazie ai single
Dopo circa un anno e mezzo in cui le erogazioni dei mutui hanno progressivamente fatto registrare una crescita che per alcune province è arrivata a superare il 50% del periodo precedente, mentre il mercato immobiliare viveva un preoccupante stato di stagnazione, si cominciano a registrare i primi benefici anche sulle compravendite. A sostenerlo è il recente report di Tecnocasa. Tra l’altro il trend dei mutui, insieme a quello della cessione del quinto, si muove in direzione molto diversa rispetto a quello dei prestiti, compresi quelli di ristrutturazione, che invece continuano a stentare, quindi si preferisce acquistare piuttosto che migliorare l’abitazione che si ha già.
Secondo l’analisi che l’ufficio Studi del noto franchising specializzato nelle vendite immobiliari ha recentemente pubblicato, guardando alla tempistica che serve nelle grandi città e nelle varie province per giungere all’atto di vendita di un immobile, si è passati da una media di 170 giorni ad una di 159 giorni per le grandi città, da 177 a 170 per i capoluoghi di provincia, e da 189 a 180 per i comuni più piccoli e le città ubicate negli hinterland delle realtà più grandi (soprattutto Roma e Milano). Le città che risultano ancora più penalizzate nei tempi sono Torino con 168 giorni, Bari con 181 e Genova con 183. Tuttavia a Torino è stato registrato anche un aumento (il più elevato nelle grandi città) delle quotazioni immobiliari di poco inferiore al 30%, seguita da Milano che rimane intorno al 28%.
Compravendite immobiliari, trilocali e bilocali in testa
Questa maggiore vivacità del mercato è da imputare soprattutto ai single, che rappresentano il 45,8% degli acquirenti. La tipologia più richiesta però non è a “misura” di single, perché si concentra sul trilocale con un + 37,5%, quindi segue il bilocale con + 26,9%. Complici di questi orientamenti sono i prezzi piuttosto bassi, che permettono di acquistare anche a titolo di investimento, una scelta che raccoglie circa il 10% del totale. Ben l’80% compra oggi casa come abitazione principale.
La soluzione che piace meno è quella indipendente o semi indipendente, che occupa cumulativamente (comprendendo ville, villette a schiera, rustici, ecc) solo il 14% circa del totale. Interessante è invece la percentuale più attiva che è quella over 35 anni, che quando può, per le condizioni economiche, sceglie di essere indipendente e staccarsi dal nucleo di origine.